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FMI e CAI: dialogo su fuoristrada, ambiente e montagna

Il presidente della Federazione Motociclista Italiana, Paolo Sesti, e quello de Club Alpino Italiano, Umberto Martini, hanno avuto un primo incontro sul tema doff road in quota. Obbiettivo: la convivenza tra escursionisti a piedi e motorizzati nel rispetto reciproco, oltre che nei confronti dell’ambiente

Fmi e cai: dialogo su fuoristrada, ambiente e montagna

Prima il disegno di legge REER (Rete Escursionistica dell’Emilia Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche) approvato, anche per le moto, nel luglio dell’anno scorso, poi, verso la fine del 2013, la notizia della costituzione del CER (Comitato Escursionisti su Ruote) e, a luglio di quest'anno, il fuoristrada legale in Lombardia. Alcuni giorni fa, infine, l’incontro tra i presidenti di FMI e CAI. Qualcosa si sta muovendo, dunque, nel mondo del fuoristrada. Questa chiacchierata, la prima di una serie che i presidenti intratterranno nel prossimo futuro, vuole cercare di trovare una soluzione per permettere una civile convivenza tra escursionisti a piedi e motorizzati. Di seguito le parole di Paolo Sesti e Umberto Martini al termine dell’incontro.

 

Paolo Sesti, presidente FMI: “Prima di tutto sono molto soddisfatto di aver incontrato il Presidente del CAI, Martini e di aver iniziato un dialogo che, sono convinto ci porterà  a progetti condivisi attraverso un tavolo di lavoro. Come Presidente della Federazione Motociclistica Italiana ribadisco che le colonne portanti della nostra attività sono: il rispetto delle regole ed il dialogo con le Autorità e gli altri Enti che interagiscono sul territorio. Possono sembrare principi astratti, ma invece si sono già concretizzati con realtà operative. Il protocollo d'intesa con il Corpo Forestale dello Stato e la creazione in Emilia Romagna del Comitato Escursionisti su Ruote sono i due esempi più recenti, ma a questi vanno aggiunte tutte quelle attività di promozione ed educazione che svolgiamo capillarmente sul territorio attraverso i nostri Moto Club. Noi amiamo e rispettiamo la natura e proprio per questo abbiamo voluto il Corpo Forestale dello Stato al nostro fianco nel decidere come e dove organizzare una manifestazione. Il nostro è uno sport istituzionale (la nostra Federazione fa parte del C.O.N.I.) che va praticato nel rispetto della propria e dell'altrui sicurezza quindi rispettando le zone di accesso e con un corretto codice comportamentale. In questo modo la pratica del fuoristrada motociclistico può diventare una risorsa per i territori diventando vettore di sport, cultura, turismo e ritorno sul territorio stesso. Ed anche questa, in molti casi, è già una realtà sperimentata con successo in tante parti d'Italia. Sono convinto che con il Presidente Martini e con il CAI, troveremo il modo di approfondire la reciproca conoscenza, trovando soluzioni nel rispetto civile di una produttiva convivenza”.

 

Umberto Martini, presidente CAI: “Ho incontrato il Presidente della Federazione Motociclistica Italiana Paolo Sesti in un'occasione, alla quale ne seguiranno altre. Il CAI ha sempre condotto e continuerà a condurre le proprie battaglie contro la frequentazione indiscriminata dei sentieri di montagna da parte dei mezzi motorizzati. L'ambiente è un bene comune e come tale va rispettato e tutelato, ma l'uso dei mezzi motorizzati sui sentieri per scopi ricreativi è una pratica diffusa e non si può non tenerne conto. Solo attraverso il confronto con i praticanti responsabili si può giungere a regole condivise per una fruizione sostenibile delle montagne. Dall'incontro con il Presidente Sesti sono venuto a conoscenza di loro attività e iniziative indubbiamente apprezzabili, come il Protocollo d'Intesa che la FMI ha stipulato con il Corpo Forestale dello Stato e le attività formative ed educative che svolgono sul territorio, che mi auguro trovino la massima attenzione da parte di tutti i motociclisti e degli enduristi. Sia chi frequenta la montagna a piedi, sia che ne percorre i sentieri su un mezzo motorizzato, deve tenere a mente come prima cosa che l'ambiente va lasciato vivibile, per gli essere umani così come per la fauna, e non gli si devono arrecare danni. Con la FMI intendiamo continuare a confrontarci, anche per sviluppare attività sul territorio, come una scelta e una condivisione sia di percorsi riservati alle moto sia di aree assolutamente da rispettare, e per permettere a motociclisti ed enduristi di conoscere le criticità ambientali dei sentieri montani”.

 
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