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"L'elettrico ha vantaggi incolmabili dalla benzina"

Abbiamo intervistato Giampiero Testoni, Direttore tecnico di Energica, che ci ha parlato dell'autonomia dei loro mezzi, dell'impatto ambientale, delle batterie, del futuro… e di molto altro
1/24 Energica Eva EsseEsse9 2018
Quando avremo una moto elettrica con autonomia pari a quella con motore endotermico?
"Ci vorrà tempo. Il salto percentuale che avviene sulla densità di energia contenibile nei pacchi batteria sale del 20-30% ogni due anni. Ora abbiamo quasi 12 kW/h di batteria a bordo. Per fare un paragone un solo litro di benzina ha circa 10 kW/h... Capite che la differenza è tanta. C’è da dire che un veicolo elettrico è efficiente fino al 90% mentre un veicolo a benzina è efficiente per un 25%. L’endotermico scalda a causa della perdita di rendimento ed efficienza. L’elettrico scalda poco perché l’inefficienza è poca, non ci sono sprechi. Passerà ancora un po' di tempo per avere autonomie generose con le batterie, ma raggiungeremo il pareggio con l'endotermico: la benzina non ha margini di miglioramento".
Giampiero Testoni, Direttore tecnico di Energica
Come fate per aumentare l’autonomia?
"Stiamo percorrendo tre strade. Quella dell’efficienza: lavoriamo su ogni singolo componente per migliorarne le performance. Diminuzione dei pesi, per ridurre i consumi. Batterie con densità maggiore: a parità di volumi, saranno più leggere. Oppure, nello stesso volume possiamo mettere batteria in più. Da questo punto di vista stiamo studiando per arrivare al miglior compromesso tra peso, dimensioni e capacità".

Come avviene il raffreddamento del motore e del pacco batterie?
"Il calore generato avviene dagli impulsi. Gli elementi di conversione, a seguito di una forte accelerazione, si scaldano e si raffreddano molto velocemente. Noi abbiamo tre sistemi di raffreddamento sulle moto. Il motore è refrigerato con un olio dielettrico che può agire direttamente sugli avvolgimenti di rame all’interno del rotore. Si tratta di un circuito chiuso, senza radiatore. Poi abbiamo un sistema di raffreddamento ad acqua, con radiatore che lavora sull’elettronica di potenza, ovvero sull’inverter (il sistema che trasforma la corrente continua che arriva dalla batteria in corrente alternata). Il terzo sistema di raffreddamento è rappresentato dall’aria: la batteria ha una piastra centrale che la divide virtualmente in due metà. Ha fori passanti in cui l’aria entra dalla parte frontale e così dissipa il calore. Una moto elettrica non scalda da ferma, ma solo quando viene usata la potenza. I coperchi laterali delle batterie hanno inoltre delle parti alettate che servono al raffreddamento. La batteria che usiamo ha un’inerzia termica abbastanza alta: impiega molto a scaldarsi e comunque la temperatura massima che può raggiungere è di circa 60°C". I

l prodotto finito è “green”, ma quale impatto ha la produzione della moto dall’inizio alla fine del processo?
"Dal punto di vista aziendale non abbiamo un grosso impatto ambientale. L’assemblaggio meccanico non produce sprechi. Il paragone 'dal pozzo alla ruota', stando agli studi scientifici condotti, dice che l’impatto ambientale della moto finita è pari a zero. Il processo non è paragonabile a quello di un veicolo a combustione interna. Il confronto della materia (elettricità/benzina) è a vantaggio dell’elettrico: il petrolio va estratto, raffinato, trasportato (e il trasporto a sua volta spreca carburante), immagazzinato. Occorre rifornire e in più ci sono tutti i consumi allo scarico, l’inquinamento. Facendo un bilancio energetico 'tutto incluso' la mobilità elettrica ha vantaggi incolmabili. In più, se voglio, posso generare a impatto zero: pannelli solari, energia rinnovabile, energia eolica... Tutte cose impossibili con il petrolio".
Lo smaltimento delle batterie come avviene?
"Nel mondo dell’elettrico la batteria è considerata vecchia quando raggiunge l’80% della capacità iniziale. Vale a dire che se oggi posso percorrere 1.000 km, quando la batteria è obsoleta ne faccio comunque 800. Posso circolare senza problemi lo stesso. Quando la batteria avrà completato i 1.200 cicli, sarà la moto ad essere vecchia, intendendo tutto quello che c’è a bordo. Inoltre molto dipende dall’uso estremo: carica al freddo e al caldo. La cosa bella delle batterie è che se voglio sostituirle posso riutilizzare quelle vecchie in second life. Le batterie esauste per l’automotive vengono usate per altri scopi: prima di arrivare allo smaltimento reale passa molto tempo. In ogni caso alla fine della sua vita i vari componenti sono riciclati".

Ricariche parziali influenzano la durata?
"Le cariche parziali influiscono poco sulla durata della batteria, meno che in passato. Nelle vecchie batterie il consiglio era quello di scaricare completamente e ricaricare fino al 100%. Nelle batterie al litio questo problema ne influenza davvero poco il ciclo di vita. Ci sono comunque livelli a cui è meglio tenere la batteria, ad esempio le nostre funzionano meglio all’80%. Per questo abbiamo pensato al sistema Long Period Rest, che mantiene la moto allo stato di carica ideale, al livello di tensione migliore per la durata della vita della batteria, quando la moto è lasciata ferma a lungo".

Obsolescenza programmata: quando si può considerare "superata" una moto elettrica?
"Noi ci avviciniamo molto all’elettronica di consumo, ma siamo produttori di veicoli e dobbiamo tenere conto di questo. Tutti i test intensivi che facciamo sul veicolo hanno l’obiettivo di garantire un buon periodo di vita al prodotto. Se ogni 6 mesi uscissimo con un prodotto nuovo - come si fa con gli smartphone - probabilmente perderemmo i nostri clienti. Un conto è presentare un modello nuovo, un altro è rinnovare tutta una piattaformaNoi preferiamo dedicare un bel periodo ai test per mettere in produzione un prodotto duraturo e capace di 'reggere' il mercato per qualche anno. Dobbiamo mediare tra l’evoluzione elettronica e quello che è il prodotto motociclistico, dotato di un valore residuo".

Dove sono prodotti i componenti che equipaggiano la Eva EsseEsse9?
"Tutto quello che c’è sulla moto è prodotto esternamente, mentre il design, lo stile, la progettazione meccanica ed elettrica sono interne. Noi non produciamo alcuna componentistica per moto, ma assembliamo tutti i componenti che arrivano da noi, entrano nella linea di montaggio e infine superano le fasi di collaudo".
1/12 Energica Ego 2018 nella volorazione "Lunar White - Titan Grey"
Perché non ci sono controlli elettronici - come il traction control - sulle vostre moto?
"La gestione elettronica è sviluppata da noi, internamente. Abbiamo dato delle priorità. Per adesso c’è solo il sistema che controlla il bloccaggio al posteriore calcolando la coppia di freno motore. Prima di tutto abbiamo pensato alla sicurezza: se su una Energica si blocca la ruota posteriore a causa del freno motore, l’istinto porta a frenare, ma in questo caso occorrerebbe accelerare per risolvere la questione. L’introduzione di questo sistema era per noi il primo passo necessario. Non nascondo che Energica sta lavorando anche a tutti gli altri controlli, ma vogliamo metterli a punto in modo molto raffinato prima di installarli".

Avete per caso in programma modelli più abbordabili da un neofita? O che guardino ad altri segmenti?
"Attualmente ci occupiamo solo di alta tecnologia e prodotti di alta gamma. È ciò in cui siamo bravi e vogliamo restare in questo segmento. Sappiamo che quello che proponiamo non ha compromessi, ma al momento non abbiamo in programma nulla di diverso perché devierebbe dalla nostra filosofia. In ogni caso, nel futuro chi lo sa... Il salto dalle alte alle basse prestazioni è sicuramente più facile che quello inverso".

Oggi non ci sono sul mercato dell’usato molte elettriche. Che cosa fate per dare a chi compra una Energica qualche garanzia sul valore residuo?
"Adesso abbiamo una piattaforma ben collaudata, su cui abbiamo spalmato tre modelli. Gli sviluppi elettronici però continuano e qualora trovassimo nuove soluzioni applicabili per migliorare la qualità del prodotto al cliente è garantito l’aggiornamento software. Ogni aggiornamento è retrocompatibile e viene fornito gratuitamente a tutti i dealer. Questo fa percepire al cliente che, fino al seguente grande passo tecnologico, ha fra le mani un prodotto attuale. Se ci pensate avviene anche con gli smartphone e in generale nel mercato software. Dopo qualche anno, naturalmente, si passa a nuovi layout e motorizzazioni, ma questo segue comunque un processo di continuità. Chi acquista una Energica oggi ha fra le mani una moto che noi valutiamo in modo trasparente e che ritiriamo dopo qualche anno a un prezzo già dichiarato se il cliente passa al nuovo modello".

Su quali mercati andate più forte?
"Siamo sparsi per tutto il Continente con i nostri dealer. Il nord Europa è sicuramente l’area più ricettiva rispetto alla mobilità elettrica, anche perché dispone di infrastrutture migliori, ma soprattutto ha una minore pressione fiscale sull'acquisto di veicoli elettrici. L’Italia sta migliorando da questo punto di vista e ora la possibilità di utilizzare il nostro sistema Fast Charge è un plus per chi acquista una Energica. Inoltre si possono sfruttare le stesse colonnine che usano le auto elettriche. Adesso ci stiamo allargando in Medio Oriente, in particolare in Israele. Non si direbbe ma sono molto attenti all’elettrico. In più ci sono gli Stati Uniti: la California ha la mentalità più pronta alla mobilità elettrica"
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