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28 February 2012

Dura reazione di ANCMA all’inchiesta sui caschi di Altroconsumo: “Inutile sensazionalismo”

È arrivata la replica della Confidnustria ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori, all’inchiesta condotta da Altroconsumo riguardo la presunta pericolosità di alcuni modelli di caschi integrali che non garantirebbero un livello di sicurezza adeguato a chi li indossa. Secondo l’ANCMA, l’esito dell’inchiesta è un “Inutile sensazionalismo da parte di chi non opera con metodi corretti, validi e trasparenti”. Già nel 2010, una verifica di Motociclismo aveva smentito Altroconsumo

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Milano – Non è la prima volta che la testata Altroconsumo conduce un’inchiesta sui caschi (a questo giro integrali), senza però divulgare il nome del laboratorio che ha fatto le verifiche tecniche sull’affidabilità degli stessi. Pertanto ci è impossibile conoscere i criteri scientifici con cui sono stati fatti i test previsti da uno specifico ordinamento dell’Unione Europea – il Regolamento internazionale ECE R22-05. Così come non possono pronunciarsi in materia, confermando o sementendo la notizia, gli esperti del settore.

Siamo diffidenti sul fatto che i caschi integrali venduti in Italia possano essere pericolosi. Anche perché, nel 2010, quando facemmo una nostra inchiesta, recandoci in un laboratorio certificato per mettere alla prova 3 esemplari di 20 modelli di caschi jet di 20 marchi diversi, secondo le modalità di verifica previste dalla legge, ottenemmo esiti positivi e smentimmo Altroconsumo, che sosteneva alcuni di essi non fossero in grado di offrire al pilota un protezione efficace.

Ma questa volta a fare la voce grossa è Confindustria ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori, che “in relazione al comunicato stampa diffuso da Altroconsumo su alcuni caschi integrali, sottolinea il proprio disappunto e chiarisce elementi discordanti e sui quali è necessario non generare confusione”.

Si legge nella nota dell’ANCMA: “Innanzitutto, vale la pena di fare un passo indietro e raccontare il precedente tentativo di Altroconsumo di sostenere una tesi inutile. Tale associazione continua a pretendere di sottoporre a vari test i caschi utilizzando una metodologia e parametri di giudizio assolutamente personali e opinabili. Ma, soprattutto, non conformi alle norme tecniche vigenti. Come è già accaduto con l’inchiesta relativa ai caschi Jet del 2010 e conclusasi nel nulla dopo che il Ministero dei Trasporti aveva confermato la sicurezza degli stessi, Altroconsumo ha sottoposto i prodotti di diverse aziende ad una serie di test che, per loro stessa ammissione, non erano previsti dalle norme di omologazione o erano effettuati con metodi ed apparecchiature tali da invalidare in parte i risultati.

L’Associazione della Confindustria tiene a precisare che “ANCMA da sempre persegue l’obiettivo di tutelare la sicurezza degli utenti della strada. In proposito, collabora a tutti i livelli con gli Enti competenti al fine di aggiornare e migliorare le normative in materia. Sono in corso i lavori che porteranno a definire il nuovo standard omologativo. Fino al definitivo recepimento internazionale, le aziende rispettano, in fase produttiva e in sede di controllo, tutti i parametri previsti nel regolamento in vigore”.

Conclude l’ANCMA: “Auspichiamo che chiunque decida di investire le proprie risorse ed il proprio tempo, utilizzi metodologie corrette e trasparenti”.

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