Debutto
In questi mesi, sulla Ducati Multistrada si è scritto di tutto e di più.
E’ una delle moto al centro delle discussioni degli appassionati, al
centro
dell’attenzione nei parcheggi ed ai raduni, oggetto del desiderio anche
di motociclisti esperti abituati a ben altre potenze. Cosa rimaneva da
verificare? Come se la cava nelle gare in circuito.
L’anno scorso, era toccato alla neonata 999 il battesimo
agonistico
in pista. Facemmo disputare alla nuova superbike di Borgo Panigale
la prima gara della sua storia. Fu un battesimo difficile: sul circuito
di Zeltweg, in occasione della Ducati Speed Week, la
999 completamente
di serie, con scarichi originali e gomme scolpite, fronteggiò ben più potenti
“pomponi” a 4 valvole, elaborati nel motore e nella ciclistica con
tanto
di gomme slick.
Quest’anno, stessa scenografia, stesso copione, ma protagonista diversa.
Con una Multistrada rossa di serie, abbiamo partecipato alla
gara
della categoria “Ducati Supertwins” (Ducati a 2 valvole con cambio a
6 rapporti) e siccome la moto ci è stata fornita con borse laterali
e navigatore satellitare abbiamo pensato bene di non sfruttare il furgone
d’appoggio e di dare appuntamento al fotografo direttamente in circuito,
in modo da saggiare anche le doti turistiche della Multistrada.
Com’è andata? Bene, benissimo, oltre ogni più ottimistica previsione.
Com'è andata
In viaggio la Multistrada ha mostrato comfort
buono (la sella è duretta) e velocità di crociera discreta (avevamo
il plexiglass rialzato). In pista, ci siamo classificati quarti dopo
una gara tiratissima. Risultato a parte, che comunque ci gratifica
perché con una moto di serie non destinata alla pista ci siamo messi dietro
Ducati ben più performanti, tra le cose più divertenti c’è stata
l’accoglienza
del pubblico.
Alti sulla nostra Multistrada numero 14,
sulla griglia di partenza in una selva di scarichi aperti, gomme slick,
carenature integrali e spioventi semimanubri, attiravamo sorrisi,
applausi
e grida d’incitamento sia dalle tribune che dal muretto dei box,
raccogliendo
la simpatia anche degli altri piloti. Per poco tempo però, almeno è quello
che immaginiamo, perché è bastato che scattasse il semaforo verde per renderci
conto che la Multistrada, alla quale avevamo concesso solo un paio di
Michelin
Pilot Race e l’alleggerimento ottenuto smontando il superfluo,
veniva
sì superata sugli interminabili rettilinei ma si prendeva una perentoria
rivincita nei tratti guidati.
Con meno di 80 CV alla ruota, non erano
certo la velocità massima e l’accelerazione le nostre armi, ma il manubrio
dritto, l’assetto alto e relativamente morbido, il potente impianto
frenante
e soprattutto… gli scarichi originali! Sì perché se gli scarichi
racing danno qualche cavallo in più, quelli di serie ci hanno consentito
una sorta di “effetto sorpresa”. Aggrappati ai freni ad ogni
curva
come se fosse l’ultima curva dell’ultima gara in cui ci si gioca il
titolo
con l’avversario, in staccata riuscivamo quasi sempre a
sorprendere
chi ci precedeva.
Tutta la gara così. Uno stillicidio perché
dopo il tratto guidato dove riuscivamo a recuperare, inesorabilmente tornavano
i rettilinei dove raramente siamo riusciti a “vedere” i 200
km/h.
Una continua oscillazione tra la quarta, quinta posizione e la decima o
giù di lì. Sui curvoni veloci da quarta/quinta marcia, le sovrastrutture
della Multistrada, studiate per usi tutt’altro che pistaioli, facevano
alleggerire l’avantreno, tanto che sullo scollinamento dopo
l’ultima
“esse” veloce, a 190 km/h, la ruota anteriore era al limite del grip
e l’inizio della pinzata provocava quasi il bloccaggio
dell’anteriore!
Altro problemino, la luce a terra.
In pista, si sa, si raggiungono angoli di piega notevoli più volte ad ogni
giro. La Multistrada è sì una “divora tornanti” ma non una
“racer”
e così collettore basso e pedane venivano “grattugiati”
abbondantemente.
L’unico rimedio è stato “lanciarsi” fuori dalla sagoma della
moto nelle
pieghe più accentuate. Nel frattempo, sorpasso dopo sorpasso, un tifo
da stadio sulle tribune più affollate incitava il nostro pilota a
“darci
dentro”.
Davvero bello il calore del pubblico che deve essersi divertito un bel
po’ a vedere questa “motardona” silenziosa rintuzzare
gli attacchi
di tutti quei “pomponi” elaborati.
Le ultime emozioni sono per il duello
dell’ultimo giro con la Vyrus di Ascanio Rodorigo (ampio articolo
prossimamente su Motociclismo), una special che più special non si può.
Sono stati almeno dieci i sorpassi reciproci ed alla fine l’abbiamo
spuntata per soli 3 millesimi (!), finendo la gara al quarto posto!
Abbiamo fatto festa anche noi: un’altra “rossa” ha
debuttato in gara
con Motociclismo.
Dopo la pista, la Multistrada con le gomme
alla frutta ed il motore spremuto forse sperava in un ritorno sul furgone…
Niente da fare. Abbiamo rimontato portatarga, specchietti, valigie lateriali
e gps e siamo tornati a casa in sella! E’ o non è una multi-strada?