Perché si impara (e si migliora). Basterebbe questo. Se andate ad un corso è perché intendete accrescere le vostre conoscenze in quel campo, volete imparare o migliorare le vostre “skills”.
Questo è possibile, al DRE Enduro, grazie alla professionalità di Gualini e del suo staff (Andrea Rossi e Nicola Di Piero), preparato e sempre disponibile a spiegarvi col sorriso– tra un urlo e l’altro di Beppe – cosa sia giusto e cosa sbagliato. Che il corso sia di “livello” si capisce anche da altri particolari: vuoi per lo stretching pre e post guida ad opera dell’operatore di Technogym, vuoi per l’ambulanza sempre presente durante le esercitazioni, vuoi perché sono inserite tra una pratica e l’altra delle brevi pause per rifocillarsi… insomma, tutto è curato nei minimi dettagli.
Noi, un po’ come il resto del gruppo, siamo arrivati al Castello di Nipozzano (FI) quasi completamente digiuni di fuoristrada e, nonostante ci sia ancora tanto bisogno di pratica (non basteranno 10 ore in sella per farvi diventare dei Beppe Gualini), abbiamo finalmente chiaro, almeno a livello teorico, come si guida in off-road. Dalle prime manovre in sella alle ultime siamo cambiati molto (anche a detta degli istruttori) e questo lo abbiamo potuto verificare anche sugli altri corsisti. Mettete in conto qualche caduta (non è obbligatoria, ma ci può stare): guidare in fuoristrada una moto delle dimensioni della Multistrada Enduro richiede un po’ di maestria, il terreno potrebbe non essere vostro amico (a noi lo ha insegnato il fango in mezzo al bosco) e gli istruttori vi chiederanno – sempre nella massima sicurezza possibile – di spingervi a gestire situazioni che richiedono sangue freddo. Ma non preoccupatevi: mettete l’ansia da parte, tranne la dose minima, comprensibile, di chi torna “a scuola”, e godetevi l’esperienza. Sarà bellissima.
Troverete due approfondimenti a proposito del DRE Enduro sul
numero di luglio di Motociclismo e su quello di agosto di FUORIstrada.