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Dakar mortale: solo il 4% dice basta

Nonostante le tantissime perdite umane, per i nostri lettori la gara deve continuare. Non importa se in Africa o in Sudamerica, con GSP o road-book, con mono o bicilindriche. Ma, se proprio c’è da scegliere, il vecchio regolamento piace di più

Dakar mortale: solo il 4% dice basta

L’ennesimo decesso, avvenuto appena pochi giorni fa durante la terza tappa della Dakar 2015 (qui tutti i nostri articoli, foto e video) e che ha coinvolto il pilota polacco Michal Hernik, ha riportato l’attenzione sulla pericolosità della maratona off road più famosa del mondo. Ci chiediamo se sia ancora giusto andare avanti, se il prezzo che molti hanno dovuto pagare valga la bellezza dei paesaggi o dei racconti che si portano a casa dentro la valigia dopo aver vissuto un’esperienza indimenticabile. Il mal di avventura è incurabile o si può debellare? Oppure semplicemente sopire con regole mirate? L’abbiamo chiesto ai nostri lettori attraverso il consueto sondaggio settimanale, a cui avete risposto in circa 800.

 

Questa corsa ha ancora un senso

Nessun dubbio: il 73,1% ha risposto che il fascino che la gara porta con sé resta inalterato nonostante tutte le note funeste che l’hanno caratterizzata sin dalla nascita. Il 22,3%, invece, ritiene che sia più giusto rivedere le regole di base, introducendo tappe più corte e limiti di velocità che aumenterebbero la sicurezza. Solo il 4,4% pensa che sia giusto dire basta e fermare definitivamente la carovana, interrompendo uno spettacolo unico, ma allo stesso tempo potenzialmente micidiale.

 

Meglio la nuova o la vecchia? l’africa è sempre l’africa…

Da quando la Dakar ha lasciato il territorio africano per spostarsi in Sudamerica è inevitabilmente cambiata. I deserti insuperabili, le dune di sabbia alte come montagne, il traguardo nel mitico lago rosa di Dakar hanno lasciato spazio a sfondi diversi, più brulli, sassosi, variegati, più belli per tante cose, ma certo più rurali. Per il 51% dei nostri lettori è lo stesso, una gara vale l’altra perché entrambi i paesaggi non hanno intaccato i principi ispiratori della gara che continua a piacere anche con questo nuovo volto. Ma, se ci fosse da scegliere, il 42% contro il 6,9% tornerebbe in Africa, dove c’è il vero deserto.

 

Gps o road-book è uguale

Con il tempo i sistemi di navigazione con road book che esaltavano le qualità di navigazione di alcuni sono stati sostituiti dai moderni GPS che, segnando il punto di arrivo, lasciano libertà di scelta del percorso, favorendo maggiormente i velocisti. In questo caso vincono i nostalgici con il 43% che preferisce il vecchio sistema, probabilmente più vicino ai dettami di questa gara perché premia chi ha maggiore senso dell’orientamento. Per il 37,8% è indifferente utilizzare uno o l’altro apparecchio, perché cambia poco. Solo il 19,1% preferisce il moderno GPS.

 

Chi vincerà? è sfida coma-barreda

Siamo oltre il giro di boa della gara che si sta rivelando un serrato testa a testa tra l’alfiere della Honda HRC Barreda e il portacolori KTM Coma. Due personalità opposte: esperto, razionale e concreto Coma, velocissimo, istintivo, irruento Barreda. Lo stesso confronto è andato in scena nel nostro sondaggio che ha premiato Marc Coma con il 44,3% di voti, contro il 30,8% di Barreda. Il nostro Alex Botturi strappa un 6,9% mentre per il 17,8% non sarà nessuno di questi tre a vincere, un risultato che non ci aspettavamo.

 

Poca nostalgia delle bicilindriche

La storia della Dakar ha visto protagoniste diverse generazioni di moto. Dalle abbondanti bicilindriche degli Anni 80 si è passati alle più leggere mono 650, arrivando oggi a mettere un tetto massimo di cilindrata a 450 cc. Un po’ a sorpresa il 43,9% ha votato le 600-650 cc che, da un lato, vantavano prestazioni ideali all’uso nel deserto e linee meravigliose, ma dall’altro avevano reso la gara un monomarca KTM, dato che le altre Case non disponevano di moto competitive in quel segmento. L’apertura alle 450 ha permesso a molti di rientrare nel giro con un parco moto finalmente ricchissimo e il 32,5% lo apprezza. I nostalgici delle gloriose “navi del deserto”, in questo caso, sono appena il 23,5%.

Le moderne 450 sono lo stato dell’arte delle Case impegnate nel fuoristrada che in occasione della Dakar schierano moto perfettamente preparate ed allestite. Anche in questo caso troviamo un testa a testa tra Honda e KTM che si giocano il gradimento dei nostri lettori per pochissimi punti percentuali. Il 43,6% preferisce la Honda CRF450R Rally, mentre il 41,2% sogna la KTM 450 Rally. Sul podio si piazza la nuova Yamaha WR450F Rally con l’11%, seguono Sherco (2,4%) e GasGas (1,6%). 

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