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Dakar 2014: ecco la Yamaha con cui Despres tenta il record

Tutte le foto della YZ450F Rally, la moto con cui il pluri vincitore della mitica gara nel deserto tenterà di arrivare a quota 6 dopo 5 successi con la KTM. Quest’anno sarà una Dakar durissima!

Dakar 2014: ecco la yamaha con cui despres tenta il record

La Dakar si avvicina sempre di più. La sfida ai deserti sudamericani è lanciata (questo video parla chiaro) e i top team KTM e Honda stanno ultimando la preparazione. Non c’è dubbio che la moto più impressionante in questo periodo di avvicinamento sia stata la Honda CRF450 rally HRC, con le vittorie al Rally del Marocco e al Merzouga, ma gli altri non stanno certo a guardare. In particolare, c’è un pilota che si aspetta molto dall’edizione 2014, è quel destre che di Dakar ne ha già vinte 5 negli ultimi 8 anni (2005, 2007, 2010, 2012 e 2013), sempre con la KTM. Ma evidentemente al francese servivano stimoli nuovi e ha abbandonato la Casa austriaca per firmare con Yamaha. Se siete curiosi, andate subito a vedere la YZ450F Rally nella gallery, poi continuiamo il discorso.

 

IL CAMPIONE E I SUOI COMPAGNI

In sella alla moto di Iwata nella gara che partirà il 5 gennaio da Rosario (Argentina) per concludersi il 18 a Valparaiso (Chile) dopo 13 tappe, ci sarà quindi Cyril Despres, francese, e al suo fianco correranno i connazionali Metge e Olivier Pain, nonché l’olandese Frans Verhoeven. Non gli ultimi arrivati, se pensiamo che, oltre alle 5 vittorie di Despres, Pain ha guidato la classifica per 4 tappe l’anno scorso, mentre l’olandese, al suo secondo anno in Yamaha, vanta 4 vittorie e due podi di tappa nelle ultime due edizioni della Dakar.

Cyril tenterà ovviamente di eguagliare il record assoluto di vittorie alla Dakar, attualmente detenuto da Stephane Peterhansel, con 6 successi. Per arrivare a questo traguardo, Despres si è cucito addosso la YZ450F Rally, anche in vista delle modifiche di percorso: non c’è più il Perù ma si passerà in Bolivia e ci saranno due tappe marathon, per un totale di 2.702 km.

 

Cyril Despres

Ora siamo nella fase finale della preparazione prima di partire per il Sud America e siamo parecchio occupati. Mi sto allenando duramente col mio coach, poi ci sono le interviste, dettagli da sistemare, il percorso da analizzare, col road book che ovviamente ci verrà consegnato solo il giorno prima della prima tappa… L’edizione 2014 sarà dura, soprattutto per le tappe marathon in cui non è permessa assistenza. Dobbiamo preservare la moto il più possibile, quindi, e ricordare che i tracciati riservati alle moto impongono una guida più tecnica e fisica, dato che i percorsi non sono pensati per le auto. Poi quei 1.000 km in più parlano da soli, e poi per la prima volta c’è la Bolivia, la novità di quest’anno: non abbiamo idea di cosa ci aspetti e qualsiasi ricognizione è vietata. Ma certo saranno tappe difficili, alcune delle quali da fare a 4.000 metri di altitudine, dove l’aria è rarefatta. Inoltre la Bolivia presenta tappe marathon e percorsi “bike only”. Ma a me le difficoltà piacciono, più è difficile e più mi piace. È il motivo per cui sono approdato ai rally.

 

Frans Verhoeven

Sono preparato fisicamente e mentalmente per gareggiare coi migliori del mondo. Sono felicissimo di guidare una Yamaha YZ450F Rally, un modello che deriva da quello del 2013 ma con molti miglioramenti. La moto si è già rivelata veloce e affidabile. Andremo in Bolivia, ma ci sarà solo una mezza giornata e una notte in bivacco marathon, quindi dovremo cavarcela da soli. Non vedo l’ora di affrontare le tappe più lunghe, dove mi esprimo meglio.  

 

Olivier Pain

Prima della dakar la sensazione è come quella della calma prima della tempesta. Chiaramente ci sono un sacco di cose da sistemare, ma al tempo stesso vuoi restare il più in forma possibile e passare tempo con la tua famiglia. E sappiamo che quest’anno la Dakar sarà una di quelle dure! In Argentina farà caldissimo ai piedi delle Ande; in Cile avremo le dune e il fesh-fesh; della Bolivia non sappiamo nulla, se non che correremo in altura e senza assistenza meccanica. Poi avremo un’altra tappa marathon e parecchi tracciati “bike only”: a gennaio in Sud America non andremo certo in vacanza, e se fosse atao così nessuno di noi ci sarebbe voluto andare!

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