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17 April 2014

Custom e design: le special del futuro nasceranno al computer?

Siamo stati al Motorcycle Design Workshop e abbiamo visto i ragazzi dello IED di Torino (Istituto Europeo di Design) progettare café racer su base Kawasaki W800 usando computer e stampanti 3D al posto del classico binomio “carta e matita”. Il racconto, le foto, le interviste

Custom e design: le special del futuro nasceranno al computer?

Mi piace sporcarmi le mani con gli attrezzi, giù in garage. Smontare e rimontare la moto, pulirla, fare la manutenzione ordinaria e modificarla. Inventarmi componenti prendendo misure con righello e calibro, riprodurle su pezzi d’alluminio e lavorare al tornio. Provare, aggiustare, ricominciare da capo. Vedere la moto cambiare e prendere vita come special sotto i miei occhi. Il progetto ce l’ho in testa e magari subisce modifiche in corso d’opera, perché ispirato da qualche visione o limitato da vincoli oggettivi che non avevo preso in considerazione. Per me le special sono così: fisiche, materiche, viscerali (a proposito: cliccate qui per qualche bell’esemplare).

Eppure mi rendo conto che la progettazione al computer sia ormai indispensabile nella nascita di una moto. Lo fanno da anni le Case, grandi o piccole che siano. Sono finiti i tempi in cui estrosi geni (tipo Tamburini) tracciavano linee su un foglio di carta e poi le abbozzavano su un modello di metallo. Ora ci sono i programmi al computer e le stampanti 3D. E da lì nascono anche le special.

 

STUDIARE IN KAWASAKI

Lo scorso 10 aprile, sono stato in una zona per me nuova di Milano, il quartiere Ventura, a due passi dalla stazione di Lambrate. E ho scoperto un brulicante e vivace mondo di designer, mostre, workshop, iniziative… Bello davvero. E lì, in mezzo a tanti giovani alternativi e creativi, c’è spazio anche per le moto. L’agenzia Circular ha infatti organizzato il Motorcycle Design Workshop e una serie di conferenze sugli scenari futuri del motociclismo custom. Durante il workshop, gli studenti del secondo anno del Corso di Diploma Accademico in Transportation Design IED Torino hanno progettato una nuova moto a partire dal modello Kawasaki W800. Con la supervisione del docente e designer Motoki Yoshio, i progetti sono stati realizzati con software Autodesk e prototipati con stampanti 3DZ: praticamente sono stati realizzati dei modelli in scala. Il migliore elaborato riceverà una menzione da parte di EICMA. Dopo il prossimo paragrafo, potete leggeere le interviste che ho realizzato con Sergio Vicarelli, direttore generale di Kawasaki Italia, e Motoki Yoshio, docente dello IED di Torino e designer.

 

INVIDIA E TRISTEZZA

Da appassionato di special e di meccanica, sono rimasto affascinato dal modo di lavorare di questi ragazzi (guardate la gallery). E dalle tecnologie che usano. Chiamatemi vecchio, rétro, demodé, ma ieri sera ero in garage con taglierino e lama rovente a modellare del polistirene estruso (sto costruendo un modello di una carena stile Dakar per la mia Honda Dominator) da cui ricavare uno stampo e, da lì, un pezzo finito in vetroresina. Vedere questi ragazzi realizzare con il mouse del computer e una stampante 3D quello che io -ostile alla tecnologia- faccio armeggiando con flessibile e saldatore, mi ha fatto provare invidia e tristezza insieme. Invidia perché vorrei saperlo fare anche io, per ampliare le mie capacità e non rimanere ancorato al passato. Tristezza perché mi domando se le generazioni future potranno ancora godere del piacere del lavoro manuale oppure se le special, da qui in avanti, si potranno fare anche in salotto, stampando i componenti direttamente in 3D…

 

 

SERGIO VICARELLI - DIRETTORE GENERALE KAWASAKI ITALIA

Da cosa nasce l’idea di fare questo progetto?

Per enfatizzare l’attenzione che Kawasaki pone sempre nel design dei suoi prodotti. È nata questa collaborazione con lo IED, con cui abbiamo voluto dare l’opportunità a dieci giovani studenti del dipartimento dei trasporti dello IED di cimentarsi su un tema della loro passione, che è la customizzazione di una moto. Quindi partendo da una base della W800 i ragazzi lavorano con queste nuove tecnologie messe a disposizione da Autosdesk con modellistica tridimensionale e stampanti 3D, che per loro è un banco di prova del loro corso di studi.

Il professore che li segue dice che lavorano sodo, anche fino all’una di notte: il progetto è stato preso con moto impegno e serietà. E ho visto i bozzetti: mi sembrano molto interessanti. Per ora ci sono i modelli 3D in scala; poi magari all’EICMA vedremo il progetto finale realizzato su una moto vera…

 

Perché partire dalla W800?

È stata scelta la W800 per richiamare l’attenzione su un prodotto di stampo classico della gamma Kawasaki, e che è più vicino alle due generazioni coinvolte: quella dei professori appassionati di moto anni Sessanta e quella dei ragazzi che oggi si divertono nel mondo delle special, molto più attratti dalle customizzazioni che non dal prodotto di serie.

 

 

MOTOKI YOSHIO - DOCENTE DELLO IED DI TORINO E DESIGNER

Come sono stati selezionati i ragazzi che partecipano a questo progetto?

Sono tutti miei studenti al corso di Transportation Design, che seguo dall’anno scorso. Sono tutti giovani, appassionati di moto; metà di loro sono italiani, metà stranieri. Si è creato un gruppo abbastanza interessante ed eterogeneo.

 

Il progetto parte da una moto dal design molto classico. Come affrontano questo tema?

È un tema molto difficile. È facile andare verso il rétro, perché è una sicurezza. Prendi un classico, anche in campo auto, come la Fiat 500 o la Mini: è facile reinterpretarne le forme e azzeccare il design. Per questo progetto verrà mantenuto inalterato il telaio e il motore. Questo bicilindrico soprattutto, che è bellissimo, deve essere protagonista. Lo stile deve venire di conseguenza.

 

Ha dato qualche direttiva ai ragazzi, oppure sono liberi di esprimersi come meglio credono?

Ho tenuto un briefing, prima di iniziare, in cui ho detto loro che la moto che ne uscirà deve essere bella. Anche a scapito di ergonomia e funzionalità. Deve dare emozione, trasmettere passione: non è uno scooter.

 

Lei è motociclista?

Lo ero. Avevo una Kawasaki KLX, poi mi sono rotto la mano in seguito ad un incidente e ora non vado più in moto. Prima di fare il designer però ho lavorato come meccanico, partecipando anche alla 8 Ore di Suzuka, come assistente ai box. La passione per le moto c’è sempre stata…

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