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13 April 2013

Costo assicurazione e potenza motore all’origine della crisi

Il dialogo coi lettori ci ha aperto gli occhi: il caro benzina, le difficoltà di accesso al finanziamento e la scarsità di parcheggi sono temi marginali. La crisi delle moto dipende dal tracollo finanziario, ma la ricetta per ritrovare slancio c’è. E ce l’avete voi

Costo assicurazione e potenza motore all’origine della crisi

La crisi economica che ha avuto avvio nel 2008 è forse più profonda di quella del 1929 e rischia di portare al collasso, tra gli altri, anche il mercato della motocicletta: è una verità incontrovertibile di fronte all’analisi dei principali indicatori economici. E i drammatici numeri che riguardano l’immatricolato in Italia (cliccate qui) non sono che la naturale conseguenza della Recessione. Allora come mai, nel nostro sondaggio (cliccate qui), vi abbiamo domandato “Perché il mercato della moto è in crisi” senza porre, tra le opzioni di risposta, quella più ovvia?

 

UN PO’ DI OTTIMISMO!

Perché sarebbe stato sterile e scontato ridurre tutto alla Crisi. Quella c’è e non dipende da noi, lo sappiamo bene. Invece il nostro abituale appuntamento di inizio settimana è partito con uno spirito costruttivo, stimolante, con la pretesa di dare un segnale di speranza. Ecco perché vi abbiamo chiesto come e dove possiamo migliorare (noi media, le Case, i politici, ecc.) per dare una sterzata. Come sempre ci avete stupito e ci avete insegnato una volta di più a non dare nulla per scontato.

 

CADONO I LUOGHI COMUNI

Potrebbe essere ovvio pensare che il costo della benzina o la difficoltà di accesso al credito siano un reale deterrente verso l’acquisto della moto. Invece tra i partecipanti al sondaggio, neppure una persona su 20 la pensa così: chi l’avrebbe mai detto? E dire che proprio noi, sul consumo di carburante, abbiamo impostato addirittura un intero numero di Motociclismo (07/2013, cliccate qui)… Sono invece i costi di gestione della moto, e in particolare l’assicurazione, a tenere i motociclisti lontano dai concessionari. Dovremo tenerne conto prima di tutti noi media, promuovendo sempre maggiori iniziative a favore dell’utente come per esempio la nostra Assicurazione Motoplatinum, che fa risparmiare circa il 30% rispetto alla media delle polizze in Italia.

 

LA MOTO NON È UN SUV!

E le Case? Anche a loro è arrivato un messaggio forte e chiaro: basta con le moto ultrapotenti e le cilindrate elefantiache! L’80% degli intervenuti ha detto senza mezzi termini che mancano le entry level e che le moto di oggi sono troppo grosse e impegnative. Il dato è sorprendente perché è in antitesi rispetto all’andamento di un mercato, il nostro, che premia le moto over 1.000 con potenze fino a 150 CV: perché in Italia si vendono più GS e Multistrada che Honda NC700 e Kawasaki Z800? La risposta più plausibile è che la classe abbiente, nonostante tutto, oggi può ancora permettersi la moto esclusiva; la classe media, invece, è senza “ossigeno”. Siamo sicuri che quando la crisi passerà - perché prima o poi passerà – le Case avranno una gamma attuale anche per loro? Dovrebbero domandarselo prima di trasformare la moto in un SUV.

 

LA POLITICA (COME SEMPRE) NON PARLA ALLA PANCIA DEGLI ITALIANI

I ragazzini pensano solo allo smartphone e i loro genitori ritengono la moto troppo pericolosa: approssimando e semplificando, ma neppure troppo, i risultati del nostro sondaggio, si può ben dire che il 90% degli intervenuti ritiene che questo fenomeno sociale sia all’origine della crisi della moto. E se ci desse una mano la politica? Su questo fronte… è il caso di dire che cadono le braccia. Fra i tanti temi caldi e irrisolti come per esempio il pedaggio autostradale ingiustamente parificato a quello delle auto (27%), i guard-rail inadeguati in caso di caduta (27%: cliccate qui per conoscere una soluzione) e l’incentivo all’acquisto di tutto ciò che favorisce la sicurezza (42%), sapete qual è il fronte dove i nostri politici si adoperano di più? I famosi parcheggi da destinare alle moto. E sapete quanti motociclisti ritiengono che questo sia un problema impellente? Il 3%...

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