Siamo stati alla Braking, industria specializzata nella produzione di dischi freno, dove è nato il disco wave (ondulato). Volevamo vedere da vicino come nasce un disco freno e, per spiegarci tutte le fasi del processo, il direttore di produzione (Factory manager) Massimo Loira ci ha accompagnati di persona, durante la nostra vista allo stabilimento. Tutto è frutto di un processo di lavorazione affidato alle più sofisticate tecnologie meccaniche e ai più serrati controlli, che danno precisione mi
Disco tecno(logico)
DISCO TECNO(LOGICO) Siamo stati alla Braking, industria specializzata
nella produzione di dischi freno, dove è nato il disco wave (ondulato).
Volevamo vedere da vicino come nasce un disco freno e, per spiegarci tutte
le fasi del processo, il direttore di produzione (Factory manager) Massimo
Loira ci ha accompagnati di persona, durante la nostra vista allo stabilimento.
Tutto è frutto di un processo di lavorazione affidato alle più sofisticate
tecnologie meccaniche e ai più serrati controlli, che garantiscono una
precisione millesimale.
Spiega Loira: “Si parte dalle materie prime, ossia i semilavorati,
le fusioni e le lastre di acciaio a norme ISO 420, un materiale che ha
caratteristiche particolari. La prima fase riguarda il controllo, sia
dimensionale,
sia di certificazione, parlando di dischi, infatti, le lastre sono seguite
da una certificazione che deve essere verificata. A questo punto si assegna
il lotto di produzione che ci consente la rintracciabilità del prodotto.
Poi partono i processi produttivi con il taglio laser. Ogni giorno si aggiornano
i programmi in base alla produzione da avviare per avere i minori sfridi
possibili, cioè scarti di materiale. E si comincia già a vedere il
disco”.
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Tutto sotto controllo
TUTTO SOTTO CONTROLLO Perché utilizzate il taglio laser?
“Ci sono diversi sistemi di taglio. Quello laser è il più flessibile
e adatto al materiale e, anche se richiede una fase successiva di sbavatura
e levigatura, che subisce poi un controllo visivo del 100%, resta
l’ottimale”.
Un controllo del 100%?
“Sì, in effetti una difettosità al taglio ha solo un impatto estetico
e non funzionale, ma per il mercato è altrettanto importante. A questo
punto viene effettuata la timbratura del lotto di produzione e si passa
alla fase successiva del trattamento termico”.
Atmosfera di fuoco
ATMOSFERA DI FUOCO “Per il trattamento termico
all’inizio
ci rivolgevamo ad aziende specializzate in questo settore, ma con il tempo
proprio per ragioni di flessibilità e di controllo abbiamo portato questa
lavorazione all’interno del nostro stabilimento e del ciclo produttivo.
Abbiamo messo a punto degli appositi forni e creato un nostro programma
specifico, che consiste in una fase di riscaldamento ad una temperatura
di circa 1.000 °C per un dato tempo e poi una fase di raffreddamento, il
tutto in atmosfera controllata, in azoto. A questo punto si controlla la
durezza e poi si passa alla fase di distensione”
Carta canta, computer pure
CARTA CANTA, COMPUTER PURE Come vi accorgete se c’è un errore nel
trattamento
termico?
“Premetto che in azienda ci sono due storici per ogni lotto di
produzione,
uno cartaceo che è quello che segue le varie fasi di lavorazione e uno
digitale. Il ciclo del trattamento termico è monitorato ed è visibile
dall’operatore
sullo schermo del computer che controlla i macchinari. Successivamente
è archiviato in digitale. Se qualche cosa non funziona ci sono degli allarmi.
Il risultato finale che si vuole ottenere dal trattamento è una data durezza,
che noi verifichiamo in un pezzo su ogni carico. Se non dovesse rispettare
i valori previsti si può verificare al computer tutta la fase del trattamento
termico con anche un grafico di tempi e temperature reali interfacciato
con quello di riferimento ideale. Non meno importante il controllo di planarità
che viene eseguita successivamente alla fase di distensione. Questo controllo
si esegue a campione su alcuni pezzi presi nelle tre posizioni della pigna,
in alto, in mezzo e in basso. Nel caso si presentino irregolarità, si fa
il controllo del 100% della pigna”.
Verniciatura e rettifica
VERNICIATURA E RETTIFICA Dopo il trattamento termico i dischi passano alla
fase di rettifica?
“No, la fase successiva è la verniciatura in cataforesi che facciamo
eseguire all’esterno”.
Ma quasi non si vede che sono verniciati...
“Anche questo fa parte dell’estetica del prodotto. A questo
punto
il disco è pronto per le lavorazioni meccaniche, tornitura e foratura.
Poi si passa alla rettifica”.
Una fase essenziale.
“Sì, è importantissima la tolleranza di planarità e parallelismo.
Faccio
un esempio: se su un disco freno da bicicletta avere tre centesimi di tolleranza
potrebbe non essere avvertito dal pilota, su una stradale di certe prestazioni
si rifletterebbe sulle sue sensazioni alla guida. Noi però non abbiamo
voluto fare suddivisioni. Le tolleranze per il ciclo produttivo sono le
stesse per uno scooter, una off-road o una supersportiva stradale. Per
la planarità siamo nell’ordine dei 5 millesimi, per rispettare questi
valori abbiamo messo a punto delle speciali rettifiche ed eseguiamo un
controllo ogni cinque pezzi. Avere tolleranze così ristrette ci permette
di fare meno controlli. Se le nostre macchine lavorassero con una precisione
di 9 millesimi, cioè molto vicine al centesimo, che riteniamo non si debba
superare per avere determinate prestazioni, vorrebbe dire eseguire un controllo
del 100% della produzione”.
Sigillo di garanzia
SIGILLO DI GARANZIA Terminata viene marchiato?
“Sì, viene introdotta una marchiatura standard: logo, MIN. TH (la
misura
minima dello spessore), codice prodotto, lotto di produzione e, se è omologato,
viene messo il KBA. Nel caso di un prodotto per clienti eseguiamo una
marchiatura
in base alla richiesta”.
Ci spiega cosa vuol dire “omologato”?
“In alcuni mercati, per vendere un prodotto after-market questo deve
superare delle omologazioni. In Italia non ce n’è ancora una
precisa”.
Torniamo al ciclo produttivo.
“A questo punto il prodotto viene confezionato ed entra in magazzino,
oppure, se è una pista frenante da assemblare al mozzetto, finisce a magazzino
nella sua posizione, pronta per essere prelevata e assemblata a seconda
delle necessità”.
Forti con piccoli numeri
FORTI CON PICCOLI NUMERI Dov’è il punto di forza di Braking?
“Se parliamo di produzione, nella flessibilità. È sicuramente più semplice
impostare un’azienda per produrre migliaia di pezzi, piuttosto che poche
decine, come facciamo noi. La nostra, però, è un’esigenza. Abbiamo un
catalogo vasto e dobbiamo essere in grado di soddisfare le richieste del
magazzino in pochi giorni. Pensi che arriviamo a fare dieci e anche più
impostazioni delle macchine. In questo è fondamentale la formazione del
personale. Per questo abbiamo almeno due persone per ogni fase di lavorazione
e ogni operatore è in grado di provvedere alla programmazione della macchina,
seguire la lavorazione e i dovuti controlli. Solo così riusciamo ad essere
flessibili e veloci”.
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