Secondo Ramon Forcada (dichiarazione rilasciata a Motorsport.com):
Per divertirsi e andare forte Casey non ha mai avuto bisogno della moto "perfetta". La sua voglia di vincere andava ben oltre i limiti della moto e sapeva svolgere un lavoro egregio in fase di sviluppo. La sensibilità di Casey era incredibile: ad esempio, potevamo disegnare i cerchi della moto e poi farli realizzare da due fornitori. Erano cerchi identici alla fine del processo, uguali in termini di disegno, peso, forma. Ma Stoner, in sella, era capace di distinguerli in base al feeling che aveva alla guida. La qualità del suo lavoro è altissima.
Casey Stoner, come sapete, si è ritirato nel 2012. Ma per Forcada non è stata una sorpresa:
Amava tanto andare in moto, una volta in sella era felice. Purtroppo il resto delle cose non gli piacevano: già all’esordio, in un team factory, sentiva che gli obblighi pubblicitari erano eccessivi per lui. In seguito la situazione è solo peggiorata.
Da notare, aggiungiamo, che alla
presentazione della Ducati Desmosedici GP18 Casey Stoner non era presente. Tornando alla storia, le parole di Forcada ci aiutano a capire meglio anche l’estenuante battaglia psicologica che il Canguro Mannaro ha dovuto combattere quando sgomitava con Valentino Rossi (pilota che, oltre all’indubbio talento, sa anche stare sotto ai riflettori).
Se volete approfondire la vita di Casey Stoner cliccate qui, l’abbiamo riassunta per voi.