Brevettato in u.s.a lo scooter ibrido che abbina il motore a vapore alla batteria
Che fare della buccia di banana? Essiccarla per alimentare lo scooter a
pallet-banana
Milano 10 luglio 2009 - Si parla di banane, ma non è in discussione
la Repubblica Delle Banane, bensì uno scooter brevettato negli Stati Uniti.
Che c’entrano le banane con le due ruote è presto detto. Dean Kamen, un
progettista statunitense, ha brevettato uno scooter equipaggiato con un
propulsore ecologico, interpretato in modo decisamente insolito: riprende
il principio della macchina a vapore ed il bruciatore della caldaia è alimentato
con pallet o con bucce di banana essiccate. Probabilmente la scelta cade
sulle bucce di banana perché il loro residuo organico, una volta disidratato,
è efficiente nella combustione (sicuramente è facile da reperire e poco
costoso). Il motore a combustone estera (comunemente detto a vapore), quello
in cui il carburante brucia all’esterno del propulsore, per spingere un
pistone è stato inventato circa duecento anni fa dal ministro scozzese
Robert Stirling. Quel motore consente di convertire l’energia termica
in energia meccanica in modo piuttosto efficiente, ma è caduto in disuso
perché non è potente, leggero e soprattutto economico, nonostante consenta
di utilizzare qualsiasi combustibile.
Tuttavia Dean Kamen è uno che sa il fatto suo e se decide di puntare su
un’invenzione insolita rischia anche di avere successo. Come si è
verificato
con il Segway, il dispositivo che consente di muoversi con una pedana e
due ruote parallele disegnato dalla mano di Kamen e venduto in numerosi
esemplari in giro per il mondo. Alcuni sono arrivati anche in Italia e
sono statti dati in dotazione alle Forze dell’ordine. Negli U.S.A, Kamen
è stato per questo soprannominato “Il Dio di quelli che detestano
camminare”.
Sarà, ma come prevedibile, la stampa statunitense del settore motociclistico
si è mostrata dubbiosa nei confronti dell’ultima trovata di Kamen. Tanto
da definire il suo tentativo di ottimizzare il motore a combustione esterna,
di cui vorrebbe sfruttare l’efficienza, come “uno di quegli episodi
dei
Simpson, in cui Homer dice ‘In questa casa si osservano le leggi della
termodinamica’ riferendosi al tentativo di sua figlia Lisa di intervenire
sul moto perpetuo con un esperimento scientifico”. La stampa U.S.A.
aggiunge
anche che “nella storia generazioni di ingegneri hanno tentato di lavorare
col motore a combustione esterna, ma la ricerca di una soluzione efficace
si è rivelata come la ricerca del Sacro Gral”. Il progetto di Kamen è
singolare anche per una altro fattore: il motore è ibrido. Il propulsore
a combustione esterna, che secondo il progettista assumerebbe un senso
su un veicolo “lento” come uno scooter, è abbinato ad una batteria.
Questa
si ricarica grazie all’azione del motore, che sembrerebbe avere
l’unico
scopo di mantenere un numero costante di giri per alimentare la batteria,
fonte di alimentazione del propulsore elettrico che dà il moto allo scooter.
Dai disegni del brevetto, si intuiscono le caratteristiche del progetto.
Il motore ed il generatore si trovano all’interno di un contenitore stagno
e i fumi dello scarico, prodotti di scarto della combustione (in sostanza
anidride carbonica ed acqua in forma di vapore), sono riciclati per generare
altra potenza. Un centralina di controllo gestisce ed ottimizza tutti processi,
agendo sulla combustone e altri fattori, per rendere più efficiente il
propulsore. Il carburante può essere qualsiasi tipo di combustibile pulito,
come propano, butano, etanolo, metanolo, Gas Propano Liquido o semplice
gas naturale. Sarà il passo successivo a benzina e diesel.
La storia delle banane e del pallet è una sorta di scherzo della stampa
statunitense, che evidentemente ritiene assurdo alimentare un motore con
quelle sostanze, ma, sapendo che al banco di un laboratorio di chimica
sono utilizzate come carburante per motori sperimentali a combustione esterna,
ha voluto in fondo sottolineare l’ecosostenibilità del progetto: dalla
banana si può ricavare come dal mais bioetanolo, o combustibile diretto
se essiccata. Il pallet si sa come funzione. La chiave è che, per quanto
originale, il progetto avrebbe un suo fondamento, quello combustibile pulito,
facilmente reperibile. Il problema, però non si pone tanto
nell’ecosostenibilità,
quanto nella fattibilità: l’industria, pur impegnandosi nel loro studio,
è ben lontana dall’avviare la produzione di motori così sofisticati,
perché
si rivelano quasi sempre costosi e difficili da posizionare sul mercato.