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08 March 2013

Booster story: 25 anni in 25 immagini

Presentato al Tokyo Motor Show 1988, oggi è ancora uno degli scooter più amati (il più amato?). Altro che supersportive: è lui la vera icona a due ruote! Foto esclusive
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Booster story: 25 anni in 25 immagini

È il 1985 e il team di designer e ingegneri Yamaha al quale da qualche settimana è stato affidato il compito di proporre un progetto innovativo per uno scooter brancola nel buio. O meglio, brancola al sole. Sono seduti in spiaggia, a Iwata, e guardano il mare un po’ sconsolati. A un certo punto, l’idea. “Facciamo uno scooter che possa correre sulla spiaggia!”, dice qualcuno. Un istante di silenzio. Si guardano. Sorridono.

È un attimo e sono attorno al tavolo della sala riunioni col top management. L’idea piace e prende forma sotto la guida del designer Yasutoki Matsuno. Intanto, il team di ingegnerizzazione guidato da Masakazu Nakamichi sviluppa i primi prototipi, “un compito davvero difficoltoso rispettare le dimensioni compatte che il design ci chiedeva. La progettazione della parte anteriore si rivelò particolarmente complicata, viste le grosse dimensioni delle ruote”. Comincia la storia di uno scooter diventato mitico. Seguitela passo passo con le foto esclusive che vi regaliamo nella gallery.

DEBUTTO COSÌ COSÌ…
Nell’autunno del 1987 viene lanciato al Tokyo Motor Show. È pensato per il mercato giapponese e americano, ma riceve un’accoglienza tiepida sia in patria che oltreoceano. In Europa va diversamente e al Salone di Parigi del 1989 il BW’S ottiene moltissime attenzioni. I distributori Yamaha di Italia e Francia insistono con successo per poterlo avere sul mercato del vecchio continente. Nel 1990 inizia la produzione nella fabbrica MBK (azienda di proprietà Yamaha) dalla quale escono il Booster e il BW’S – lo stesso scooter, con nome diverso a seconda che fosse marchiato MBK o Yamaha. Da noi, solo il primo anno, se ne vendono 4.138: tutti quelli disponibili.
Nel primo test di Motociclismo, sul numero di luglio del 1990, lo descriviamo così: “Un simpatico scooterino agilissimo e scattante, impareggiabile nel traffico, con accenti eleganti e anche sportivi”.

RITORNO A FUROR DI POPOLO
I numeri di vendita crescono in modo esponenziale, e nell’aprile 1994 arrivano le prime modifiche: freno a disco anteriore che va a sostituire il tamburo e altre migliorie. In modo piuttosto rapido cambia anche il modo in cui il Booster viene percepito: da scooter multiuso, anche un po’ femminile, a icona dei giovani. Ciononostante Yamaha lavora al suo successore, che arriva l’anno dopo e lo sostituisce in listino. Bastano pochi mesi di latitanza dalle vendite perché la grande richiesta convinca Yamaha a riproporlo. È il 1996. Si chiama Booster Spirit. D’ora in poi le varie versioni del Next Generation lo affiancheranno in listino.

CAMBIA MA CONTINUA A PIACERE
Il Booster è sempre più fenomeno. Nel 1998 in Italia è venduto in oltre 54mila pezzi e nel 1999 il sito di produzione MBK festeggia il milionesimo esemplare. Attraversa gli anni conquistando generazioni sempre nuove, con poche modifiche, fino al 2004 quando viene del tutto rinnovato. Yamaha è consapevole del fatto che "Rinnovare un classico è una questione delicata: se non si interviene rischia di morire, ma se ci metti mano e lo stravolgi il pubblico potrebbe rifiutarlo". Decide quindi per rimanere fedele alla sostanza del progetto originale migliorando però alcune caratteristiche. Le dimensioni sono leggermente più abbondanti, anche se spazio sotto la sella ancora non ce n’è, e le gomme sono più grosse e larghe. Piacerà ancora ai giovani? Piace. L’84% dei clienti, nel 2004, sono giovanissimi.

POSSEDERLO, TRASFORMARLO, VIVERLO
Gli anni passano e il Booster, o meglio BW’S, arriva al 2013. Cosa succede nel frattempo? Valentino Rossi ne usa uno per farsi un giro di pista “pennando”. Tantissimi teen-ager lo sognano, altrettanti lo elaborano: ci sono chissà quanti forum e associazioni di tuner a lui dedicate. Finisce pure in un videogioco. E ritorna una versione con freno a tamburo anteriore…

È sempre lui. Piace ancora. Il mito continua!

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Lo schizzo finale: il nome BW’S sta per Big Wheels (ruote grandi).

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