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04 December 2009

Basilicata: tra Metaponto e Potenza, seguendo le tracce degli antichi coloni greci

Partendo da Metaponto e percorrendo la Statale 106 e successivamente la Statale 407, siamo giunti a Potenza, con strade semideserte tutte curve e saliscendi.

LA TERRA DI PITAGORA





LA TERRA DI PITAGORA
Comincia tutto in una campagna apparentemente anonima, una piatta distesa di campi sulla costa ionica della Basilicata, una landa attraversata dalla velocissima Statale 106, su cui purtroppo i controlli sono frequenti. A Metaponto il Parco Archeologico e il Museo Nazionale fanno comprendere l’importanza di questa città, florido centro commerciale ma anche culla della cultura per la presenza della scuola filosofica che Pitagora trasferì da Crotone nel 532 a.C. e che rimase attiva per due secoli. Magnifico il mare, con spiagge ampie e sabbiose, orlate di pinete ed eucalipti. Di fianco ad un edificio poco appariscente, l’antiquarium, alla fine di un viale d’oleandri, sorgono ieratiche le colonne doriche del Tempio di Hera, santuario che sorse ai limiti del territorio controllato dai coloni greci insediati in questa zona. Una visione che ci ricorda come in questo luogo, millenni or sono, visse e prosperò una civiltà raffinata, una colonia greca sorta nel VII sec. a.C. in una fertile pianura alluvionale per opera di un gruppo di Achei provenienti dalle regioni settentrionali del Peloponneso. Un altro viale, questa volta ad eucalipti, conduce agli scavi dell’area urbana della città. Il Pantheon greco è rappresentato da ben quattro templi, identificati dalle lettere dell’alfabeto. La leggibilità delle rovine è difficile, essendo rappresentate quasi solo da muri di fondazione. Colpisce in ogni caso l’atmosfera di quieta solennità del luogo. Di questi templi il più antico è quello identificato con la lettera C, e che forse era attribuito ad Atena. Il tempo ha logorato tutto, e le pietre sono mute. Siamo noi ad attribuire loro una voce, perpetuando il ricordo di coloro che furono e che oggi sono una parte del retaggio culturale della nostra civiltà. Forse ci stiamo suggestionando, ma ci pare che anche gli eucalipti abbiano la solennità di colonne; il vento che agita le spighe dei campi di grano, la luce stessa mi danno sensazioni che riportano alla patria di questi antichi coloni.

PISTICCI


PISTICCI La Statale 407 verso Pisticci è stupenda, una successione di saliscendi e curvoni che si snoda tra le colline d’ulivi e cipressi, in una terra arsa dal sole. Pisticci appare improvvisa, candida su un colle al termine di una serie di rampe in ripida salita. Pisticci è un balcone di vie tortuose e chiare sul vasto paesaggio tra i fiumi Basento e Cavone. Le case sono bianche e squadrate, con i tetti piatti su cui spesso ci sono serbatoi d’acqua per contrastare gli effetti delle lunghe, assolate estati. Dopo una ripida discesa la strada corre in una campagna luminosa, priva di insediamenti ma ricca di coltivazioni. Il cielo è terso e profondo, punteggiato di nuvole bianche cotonose.

CRACO


CRACO È un paese morto sulla cima di un colle giallo di grano e grigioverde d’ulivi. È piuttosto sinistro vedere gli uccelli volteggiare attorno alla torre, e lo è ancora di più passare sotto il paese, costeggiando un dedalo caotico di mura crollate, inclinate ad angoli pazzeschi, spezzate, di case oscenamente squarciate a mostrare le interiora di muri, balconi, tetti spaccati. Il centro antico è ormai inagibile, ed è pericoloso pensare di spingersi fino al possente torrione del castello, il punto più alto del paese. Il paesaggio da qui in avanti è di terra calancosa, erosa e dilavata dalle piogge infrequenti ma violente. Il territorio è solcato da valli strette e franose, irte d’ardite forme generate dall’azione degli elementi. È una contraddizione della Basilicata: la terra è ricca d’acqua, eppure è nel contempo arida. La flora è mediterranea quanto più non si potrebbe: ulivi, lecci e soprattutto ginestre, ovunque, in macchie giallissime e rigogliose, mentre qua e là spuntano dal manto vegetale strati di roccia finemente stratificata, evidentemente nata da un limo finissimo. La terra è un po’ solitaria, con i suoi abitanti chiusi e gentili che hanno uno strano rapporto con il tempo e prendono tutto con calma, forse perché più di noi hanno ancora il senso delle cose importanti della vita. Il paesaggio è uniforme nella sua bellezza bucolica, le case sono rade, esistono solo i paesi arroccati sui cocuzzoli dei colli. Purtroppo i terremoti del 1857 e del 1980, le cui ferite non sono ancora risanate, li hanno privati di molti monumenti e edifici caratteristici.

TEXAS ITALIANO


TEXAS ITALIANO Verso Curcuglione, sulle creste si stagliano i mulini a vento di una centrale eolica; non può essere più forte il contrasto tra il paese antico e questi bianchi slanciati oggetti, sui cui il dibattito è accesissimo. I tralicci e le torri dei mulini sono accusati di snaturare il paesaggio ancora così selvaggio delle montagne lucane allo scopo di produrre un’energia elettrica che, in esubero rispetto alle esigenze della regione, servirebbe in altri luoghi. Qui, nella Val d’Agri, c’è il “Texas italiano”. Ci sono giacimenti di petrolio, e non piccoli, ma estrarre l’oro nero in luoghi che non sono deserti comporta sempre alti rischi di inquinamento e comunque danneggia il paesaggio con la inevitabile foresta di pozzi e con il serpeggiare degli oleodotti. Aliano è una specie d’Arcadia di poche case, un luogo dove ancora si possono vedere gli asini col basto sul dorso. Su tutto domina un silenzio rotto solo dai suoni della natura, le cicale nel pomeriggio si sentono perfino mentre si sta viaggiando. Sono luoghi splendidi, la cui ricchezza non consiste nella monumentalità delle costruzioni quanto nella vastità degli orizzonti assolati e nella profondità dei verdi cupi delle foreste. Le case di tufo giallo di Aliano paiono spuntare direttamente dalle pareti vertiginose dei calanchi. Alcune, semidiroccate, sembrano creazioni della natura più che ormai morte cose dell’uomo. È questo il paese dove negli anni 30 fu condannato al confino Carlo Levi, ed in cui nacque uno dei più importanti romanzi del secolo scorso: “Cristo si è fermato ad Eboli”. Ritroviamo lo scrittore sui muri delle case del borgo vecchio, dove alcune targhe mi aiutano ad identificare i luoghi citati nel romanzo. Il primo di essi che vediamo, inoltrandoci nelle viuzze, è la “casetta lunga e bassa”, che era la caserma. Allontanarsi dal paese e discendere procura sensazioni incredibili, la strada corre ora incassata tra le rocce erose dei calanchi, ora su una cresta sospesa sugli strapiombi, in altri luoghi precipita letteralmente su rampe ripidissime, altrove pare di viaggiare su un altopiano, la strada serpeggiante. Del resto la guida su queste strade è sempre gratificante, benché la qualità del fondo stradale sia molto variabile. La scarsità del traffico, i saliscendi e le infinite curve permettono una guida divertente e piacevole. Sono in un territorio splendido ma ancora non scoperto dal turismo. È difficile trovare alberghi, campeggi e agriturismi; qualche cosa è stato fatto, non sempre con criterio, con i fondi della Cassa per il Mezzogiorno.

CORLETO PERTICARA


CORLETO PERTICARA Entrando a Corleto Perticara un cartello ci informa che questa è una “Città per la Pace”. Evidentemente altri sentimenti animavano gli abitanti nel 1860 quando essi si ribellarono, e furono i primi a farlo nel Regno delle Due Sicilie, al dominio borbonico proclamando, dopo una vittoriosa insurrezione, l’annessione all’allora nascente Regno d’Italia. Il fatto che il Regno prima e la Repubblica poi non abbiano ripagato tanto fervore patriottico a Corleto e nella Basilicata tutta con moneta adeguata è un’altra storia. Il paese è attraversato da larghe strade con ampie piazze, mentre posizione elevata, vigneti, uliveti e boschi che stanno tutt’intorno rendono l’aria piacevole e il panorama affascinante. Le origini del paese risalgono all’XI secolo, come testimoniato nella Chiesa Madre da un pezzo di legno che la tradizione vuole abbia fatto parte della croce portata nella seconda crociata. Da vedere piazza Plebiscito, che ricorda appunto l’insurrezione del paese contro i Borboni il 16 Agosto 1860, dove sorge il palazzo civico, costruito sui resti del castello d’origine normanna che fu distrutto, come buona parte del paese, nei combattimenti che scoppiarono durante la ritirata tedesca del 1943.

PASSO CROCE DELLO SCRIVANO


PASSO CROCE DELLO SCRIVANO Uscendo dalla città ci si trova su una bella strada che si snoda in un paesaggio di singolare bellezza con i suoi boschi e gli ampi panorami che trovano il culmine nello splendido altopiano, le erbe agitate dal vento, che si apre dopo i 1.143 metri del Passo Croce dello Scrivano.

POTENZA


POTENZA Poco dopo inizia la discesa verso Potenza, che appare presto all’orizzonte. Potenza è una città di aspetto moderno; solo in alto si può ancora intravedere il nucleo antico della città, che fu probabilmente fondata dai Romani attorno al 148 a.C. Entrando a Potenza possiamo tirare, in un certo qual modo, le fila di questo viaggio, breve di chilometri ma grande di suggestioni ed impressioni. In quest’occasione, più che in altre, ci siamo posti domande sul senso del nostro procedere. Qual è la vita delle persone accanto alle quali passiamo, in questa terra di pochi commerci, poche industrie, in cui si può ancora viaggiare a lungo senza vedere case? Eppure noi, che proveniamo da tutt’altra realtà, non possiamo fare a meno di pensare che qui si sia ancora vicini al vero senso delle cose. Forse è lo spirito degli antichi greci che aleggia su questi luoghi.

BLOC NOTES


Dove mangiare e dormire

- POTENZA
Ristorante La Fattoria, via Verderuolo Inferiore 13, tel. 0971/34501. Cucina lucana classica
Antica Osteria Marconi, v.le Marconi 233-235, tel. 0971/56900. Chiuso lunedì
Trattoria Da Peppe, via Stigliani 22, tel. 0971/444176, chiuso domenica
Osteria Al Capretto, Contrada Varco d’Izzo 18, tel. 0971/471028, chiuso domenica
Osteria Zi Mingo, Contrada Botte 2, tel. 0971/42984, chiuso lunedì

- ACCETTURA
Locanda Pezzolla, con ristorante, via Roma 21, tel. 0835/675008

- CORLETO PERTICARA
Agriturismo La Bradia, SS 92, km 60+200, tel. 0971/965071

- BERNALDA
Agriturismo Masseria Cardillo, tel. 0835/748994

Indirizzi utili

- POTENZA APT, tel. 0971/411839, fax 0974/36196
- LIDO DI METAPONTO APT, tel. 0835/745121. La località offre una scelta di campeggi assai varia e numerosa
- Parco Archeologico, Borgo di Metaponto, tel. 0835/745220. Orario: dalle 9 ad un’ora prima del tramonto Museo Archeologico Nazionale, via Laverani 21, Borgo di Metaponto, tel. 0835/745327
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