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Di Cairoli ce n’è uno: genitori, fate divertire i vostri bambini!

Andare in moto è divertente, un gioco bellissimo per adulti e bambini. Ma il giocattolo per un ragazzino si rompe se i genitori si aspettano prestazioni da Rossi o Cairoli. Ecco le regole per evitare che per i nostri figli il motociclismo diventi stressante e noioso
1/18 Bambini e fuoristrada in moto: che divertimento con papà!

Andare più forte… con la testa

Eccoci al quarto appuntamento con il “mental training”, una delle nuove frontiere della preparazione atletica (anche per chi va in moto) legata alla psiche e affidata a un… allenatore della mente. Il mental coach Manuel Nevoni ci ha spiegato che un allenamento della mente ben fatto (ad esempio “visualizzando”) permette di tirare fuori il proprio potenziale, migliorare la performance, vincere le paure, andare più forte… con la testa.
Stavolta ci occupiamo però di una problematica purtroppo molto frequente nello sport giovanile: i genitori che non hanno capito che per prima cosa lo sport deve divertire, perché solo così può essere una utilissima e stimolante palestra per la vita. La competizione va bene, l’agonismo pure, ma quando le mamme (raramente, loro più che altro si occupano di iscrivere le figlie ai concorsi di bellezza…) e i papà cominciano a volere sempre di più dai figli, mandandoli in… fuori giri, tutto il discorso cade e diventa controproducente. Succede in tutti gli sport, il motociclismo non è escluso.

Bambini, non piloti professionisti

Un baby pilota al KTM Junior SX Challenge
Girando tra le piste da motocross notiamo sempre più bambini di tutte le età praticare questo bellissimo sport (qui un po’ di foto). Vediamo giovanissimi che si divertono come matti, che giocano con la moto, che starebbero ore ed ore in sella; ma vediamo anche bambini che entrano in pista con il broncio, bambini sgridati dai genitori perché non guidano come i campioni, bambini che avrebbero il bisogno e il diritto di divertirsi e di non fare i professionisti. Quando definita nel modo giusto, la competizione nello sport giovanile è una cosa sana e giusta, che insegna ai bambini una serie d'importanti competenze di vita. Per questo è bene che i bambini imparino a competere in modo sano e onesto, sapendo che ci sono regole e che il rispetto dell’altro è la prima di queste. Ma prima di tutto è bene che siano i genitori a capire che ci sono ''regole'' da rispettare, se vorranno veder loro figlio felice, che si diverte e perché no, magari diventare un campioncino! Vediamole, una per una.

Competizione sana

Un baby pilota alle prese con una minitrial elettrica OSET
1 - Competere
La parola "competere" deriva dal latino con+petere che significa “andare insieme”; questa è la vera definizione di concorrenza dove l'avversario è un partner, non un nemico! Senza un degno avversario, senza alcuna difficoltà, lo sport non è così divertente. Quanto più è grande la sfida, migliore è la possibilità di superare i propri limiti. I bambini non dovrebbe mai vedere il proprio avversario come il "cattivo", il nemico o qualcuno da odiare e "distruggere''. Invece sono molti i genitori che istigano i propri figli in questa direzione. Parlare, fare amicizia con gli avversari e con i genitori è il modo migliore per creare un ambiente sereno dove si pratica questo sport esclusivamente per divertirsi.

2 - Sfidare se stessi
L'obiettivo finale dell'esperienza sportiva è quello di sfidare se stessi e migliorare continuamente. Giudicare un miglioramento in base alla vittoria o sconfitta è un provvedimento ingiusto e impreciso. Vincere una gara significa fare il meglio che si può fare, indipendentemente dal risultato o dalla prestazione degli avversari. I bambini dovrebbero essere incoraggiati a competere contro le proprie potenzialità, vale a dire che dovrebbero essere in competizione con se stessi. Quando un bambino ha questa attenzione e si allena per migliorare se stesso, invece di battere gli altri sarà più rilassato, si divertirà e quindi avrà un rendimento migliore.

3 - Successo e fallimento
Non bisogna definire il successo e il fallimento in termini di vittoria e sconfitta. Quando un bambino non si impegna in gara è giusto consapevolizzarlo su ciò che non ha fatto e ciò che poteva fare; se invece un bambino fa il proprio meglio e ''perde'', allora è necessario aiutarlo a sentirsi come un vincitore. Allo stesso modo, quando un bambino esegue una prestazione al di sotto del proprio potenziale e magari vince una gara, non è un buon motivo per farlo sentire un vero vincitore. È importante aiutare i bambini a fare questa separazione tra successo e fallimento, vincere e perdere.

4 - I genitori devono sostenere
I genitori devono essere di supporto, non viceversa! Il ruolo dei genitori all'interno del team è quello di supportare il proprio figlio, devono essere i primi fan del bambino, incondizionatamente! Quindi devono fornire incoraggiamento e sostegno: l'ultima cosa di cui un bambino ha bisogno dopo una prestazione al di sotto delle aspettative, nonostante l'impegno, è di esser rimproverato.

Il bello è provarci

KTM Junior SX Challenge
5 - Divertirsi
Contribuire a rendere divertente lo sport. Il divertimento è alla base per ottenere le massime prestazioni, lo possiamo notare a tutti i livelli dai bambini, agli amatori ai piloti del Mondiale. Quando un bambino smette di divertirsi perché l'attività si fa troppo seria o comincia a temere gli avversari allora è il momento di preoccuparsi. Se lo sport diventa troppo serio alcuni bambini tendono ad allontanarsi, se non hanno uno spirito combattivo e degli obiettivi in mente, il peso dei sacrifici supererà la voglia di andare in moto. Se gli sta passando la voglia, quale può esser la causa? È l'ambiente? Sente la pressione? Sono per caso i genitori che... E questo porta a una domanda molto importante! Perché il bambino fa questo sport? Lo sta facendo perché gli piace o perché lo mettono in sella i genitori? Gli obiettivi e le aspirazioni di chi sono?

6 - Sfide e non minacce
Molti genitori, direttamente o indirettamente, utilizzano le ''minacce'': ad esempio usare la punizione come un modo per motivare il proprio figlio a fare del proprio meglio. Molti studi sulle prestazioni indicano chiaramente che, mentre le minacce possono fornire risultati a breve termine, a lungo termine non è così e le prestazioni subiranno cali notevoli. Questo è il peggior modo per motivare un bambino, gli toglierà il divertimento e creerà ansia. È meglio instaurare delle ''sfide'' in cui il bambino si sentirà partecipe.

7 - Focus sul processo, non sul risultato
A volte i bambini (come anche gli adulti) non s'impegnano nella guida né si divertono a farlo perché si concentrano esclusivamente sul risultato: focalizzarsi sul risultato porterà il giovane pilota a distrarsi, a stare in ansia, invece di divertirsi. In ogni grande prestazione il pilota non si concentra su questo, ma è completamente assorbito nel qui ed ora della propria performance. È, quindi, importante contribuire a distogliere il bambino da questi pensieri, focalizzare l'attenzione non sul risultato, ma sul processo e tutto ciò che ha a portata di mano: guidare con la tecnica acquisita, migliorare alcuni aspetti, evitare errori ecc.

Lo sport è fondamentale per i bambini

I bambini hanno la necessità di divertirsi, il motociclismo è uno sport e, in quanto tale, nasce per il divertimento. Tutti i genitori vorrebbero vedere i propri figli Campioni del Mondo, ma come possiamo notare, di Cairoli ce n'è uno. Con il vostro supporto potrete vedere vostro figlio raggiungere notevoli risultati e non solo nelle classifiche: trovare una maggior fiducia nelle proprie capacità, un aumento dell'autostima, miglioramento delle relazioni con i coetanei e gli adulti, sperimentare il successo, ma anche il fallimento, rispettare le regole, seguire uno stile di vita salutare. Lo sport rappresenta per i bambini un elemento fondamentale per una buona crescita, emotiva, intellettiva e fisica.
Un baby pilota in azione con la minicross Husqvarna TC 65 2017
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