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Davies: "Vorrei Rossi in SBK a fine carriera per poterci battagliare"

Valentino Rossi in SBK contro Chaz Davies? Per il pilota ufficiale Ducati è un'ipotesi interessante. Davies in MotoGP? Perché no... Ce lo ha detto il gallese nell'intervista alla presentazione del suo nuovo casco X-Lite X-802RR Replica C. Davies Imola. Chaz ha parlato anche delle gare e dei test a Misano, della Panigale, di Casey Stoner... E ha aderito alla nostra petizione (CLICCA QUI PER FIRMARE ANCHE TU)

"Vincere con la Panigale è magico". "Stoner non tornerà alle gare, anche se...". "Io con Pramac? Perché no."

Dell'adesione di Chaz Davies alla nostra campagna #metapedaggio vi abbiamo già detto (CLICCATE QUI PER FIRMARE LA NOSTRA PETIZIONE), ma ecco gli altri argomenti di cui abbiamo parlato con il gallese in occasione della presentazione del suo nuovo casco X-Lite.

Parliamo di Superbike, come sono andati gli ultimi test a Misano? A cosa è dovuta la caduta?
Non sono andati affatto male i test, malgrado la caduta. Abbiamo lavorato molto per migliorare l’inserimento in curva e la percorrenza. Il lavoro principale è stato svolto sull’avantreno dato che in gara sono sempre al limite; durante i test ho trovato delle soluzioni che mi permettono la stessa percorrenza di curva con un minor angolo di inclinazione. Sono soddisfatto del lavoro svolto perché ora sarà più facile affrontare alcune curve dato che la moto gira di più e più facilmente. La caduta è dovuta al fatto che ho cercato di spingere più del dovuto e ho passato il limite. Vediamo a Laguna Seca se le modifiche apportate si sapranno rivelare competitive; lo scorso anno a Laguna ho fatto una doppietta e sono fiducioso in vista della gara. Anche a Misano il passo non era male, ma in gara 2 ho sbagliato io. Sono stanco di vedere sempre “verde” sul podio e gli ultimi test mi hanno dato molta fiducia.

C’è qualcosa su cui senti di dover ancora lavorare? Cosa ti manca per essere al top in questa stagione?
La moto va molto bene e il lavoro dei tecnici nella fase di sviluppo è eccellente così come lo è il motore. Sappiamo di dover continuare a lavorare su alcune criticità della moto ma penso che il principale problema riguardi la costanza: finiamo alcune gare con un ottimo margine di vantaggio e tutto ci sembra perfetto, in altre le cose non vanno come vorremmo e sembra che tutto sia da rifare. Ci manca la costanza e una moto le cui prestazioni siano più lineari, con meno alti e bassi.

Jonathan Rea è il pilota da battere e tu hai rinnovato da poco il tuo impegno con Ducati. Sei convinto della scelta che hai fatto? Se ipoteticamente potessi cambiare vorresti correre con la Kawasaki?
Lavoro da tanto sullo sviluppo della Panigale e penso che vincere in sella a una Ducati sia qualcosa di magico. Per rispondere alla domanda no, non cambierei mai e sono felice di aver rinnovato con il mio team.

Hai mai pensato a un futuro in MotoGP? È un’opzione che potrebbe interessarti?
Tanti anni fa ho fatto qualche gara nel Motomondiale e nel 2007 ero andato bene a Laguna Seca, mi piacerebbe molto un futuro in MotoGP e vorrei avere altre occasioni per mettermi in luce in gara; ciò che non voglio però è andarci per fare numero. Ma con la moto giusta, un buon team e dei tecnici fidati le cose potrebbero farsi interessanti; il pacchetto è molto importante: ho 29 anni e non essendo più così giovane è tempo di sfruttare un’opportunità del genere in modo giusto.

Con i giochi fatti relativi al mercato piloti nel Team Ducati MotoGP mi viene da dire “Team Pramac”.
Perché no, magari al fianco di Petrucci ma dovrebbero darmi il posto di Redding.

Chaz, oggi sei stato operaio per un giorno, hai visitato la fabbrica Nolan e hai provato a lavorare al fianco degli operai. Com’è andata? Cosa ti ha colpito?
Sono contento di aver visitato la sede Nolangroup e quello che più mi ha compito è la precisione con cui viene svolto il lavoro, la qualità. È stato bello partecipare alla produzione e soprattutto è stato bello vedere come un’azienda produca tutto al suo interno senza ricorrere ad aiuti esterni. È stata la mia prima volta qui in fabbrica ed è stato interessante sia vedere i materiali durante il primo step della produzione che seguire via via la costruzione fino al prodotto ultimato. Ormai corro da qualche anno con un casco X-Lite e devo dire che non ho mai avuto alcun problema, lo staff mi segue sempre ed è sempre pronto ad assecondare ogni mia richiesta compresa questa grafica che ho scelto di persona.

Hai scelto di persona il disegno e i colori del casco dedicato alle corse italiane? Da dove hai avuto l’ispirazione?
Questo casco è una mia creatura, è nato da una mia idea ma soprattutto ci tenevo a fare qualcosa di speciale per le gare italiane. Il disegno è lo stesso che ho già utilizzato in passato ma il colore è dedicato all’Italia e per lo stesso motivo ho voluto la Nazione dov’è nata Ducati nella parte posteriore del casco. Ho chiesto ai disegnatori di fare qualcosa di molto italiano, ma in ogni caso il colore va benissimo anche per il Galles. Questo disegno in particolare risale a 3 anni fa, l’ho visto per la prima volta in Malesia su una tavola da surf.

Sappiamo che sei un appassionato di moto, non solo di supersportive. Ti abbiamo visto più volte con moto da cross, da trial, con le supermoto. Se, nel tempo libero, potessi scegliere, a quale disciplina ti dedicheresti? Siamo anche curiosi di sapere se in Galles hai moto tue; se sì, quali?
Se potessi scegliere salirei senza dubbio su una moto da cross perché è una disciplina che mi diverte davvero tanto. Spesso quando posso mi diverto a farlo con amici e anche per allenarmi il cross è ottimo. Ho molte moto a casa: Supermoto, moto da cross, enduro. Tutte moto con manubrio alto. Se non fosse per lavoro probabilmente non mi dedicherei alle corse in pista.

Restando in tema MotoGP e caschi, cosa pensi di Valentino Rossi che utilizza un casco Arai marchiato AGV?
Non ne so nulla. Sei sicuro? Davvero lo fa?.​

Continuando a parlare di Valentino, fra due anni scade il suo contratto con Yamaha: come vedi il suo futuro?
Non saprei, un campione del suo calibro ha molte carte da giocarsi. Però se posso azzardare mi piacerebbe vederlo correre in Superbike. Potrebbe essere una fra le scelte a sua disposizione se vuole continuare a correre, forse la più papabile, e dal mio canto sarebbe davvero interessante potermi confrontare con lui in gara.​

Un altro grande campione: Stoner. Sappiamo che sei un grande amico di Casey e certamente avrai avuto modo di parlare con lui riguardo al suo futuro. Puoi dirci qualcosa?
Casey è felice ora, non tornerà alle gare ma sappiamo com’è fatto: può cambiare idea da un giorno con l’altro. Lo conosco dal 1999, durante quegli anni eravamo in quattro: io, Casey, Camier e Walker. Sono tutti grandi amici e piloti eccezionali ma Casey ha una marcia in più e sono certo che saprà gestire al meglio la sua carriera. Per quello che so non farà alcuna gara, neanche in Superbike, ma sarei felice di confrontarmi con lui in merito alla mia moto, magari dopo qualche suo test. Sicuramente per questo ci sarà l’occasione.
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