Saranno due le moto - la rossa “
Pride of Italy” e la nera “
Tribute to John Britten” - che tenteranno di stabilire nuovi record in altrettante classi (ne esistono di innumerevoli definite dal regolamento FIM in cui iscrivere la propria moto: vedi paragrafo in fondo all’articolo). Entrambe avranno un motore 4 tempi aspirato (ovvero senza compressori o turbocompressori), alimentato con comune benzina verde (quindi senza additivi). Sarà un V8 longitudinale molto compatto, con distribuzione bialbero e con 4 valvole per cilindro. L’obiettivo è quello di raggiungere 400 CV e superare i 420 km/h. Dietro questo progetto c’è l’ingegnere Giulio Bernardelle, “papà” della Aprilia 125 campione del mondo 1997 con Valentino Rossi e della 250 di Roberto Locatelli. Maggiore riserbo per quanto riguarda lo schema della ciclistica, che comunque sarà dotata di regolazioni delle principali quote geometriche, quali angolo del cannotto, altezza del pivot, valore di interasse e molte altre.
Pride of Italy parteciperà al tentativo di record nella classe 2.000 cc con numero di cilindri libero.
Tribute to John Britten invece avrà il medesimo schema motoristico, ma con cubatura maggiorata per poter entrare a far parte della categoria 2.500 cc.
Nelle foto della gallery vedete una sola moto con doppia livrea che mostra le grafiche che saranno adottate sui due modelli. Verrà realizzato anche un “muletto”, destinato ai test di sviluppo, utili per verificare soluzioni difficilmente replicabili anche in un circuito di velocità.
A proposito di motori a 8 cilindri:
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