Intanto i collaudi proseguono, come dimostra
la foto per cui ringraziamo l’amica Adriana. La moto sorpresa durante il rifornimento è una Gran Milano 4450 Special, piuttosto simile al prototipo presentato un anno fa, ma dal
confronto si notano comunque alcune piccole differenze. Innanzitutto gli indicatori di direzione, lo specchietto e lo scarico col catalizzatore e terminali col fondello che fa intuire un maggior… silenziamento. La sella ha il guscio monoposto nero (ma pare proprio un elemento grezzo, ancora da verniciare, così come i fianchetti, privi del nome del modello, come invece era sul prototipo, ma non nelle primissime foto…); in compenso si conferma l’assenza delle pedane per il passeggero, così come quella di maniglioni ai lati del codino. Il parafango posteriore è più allungato rispetto a quello del prototipo (l’anteriore ha invece diversi attacchi), mentre una modifica tecnica piuttosto importante sono i freni: nuovo disco a margherita davanti e nuovo disegno per il piccolo posteriore.
Confermati i cerchi colorati (ma non hanno la stessa tinta della carrozzeria, i raggi non sono neri e i mozzi non sono colorati), mentre parrebbero di fattura più economica le leve, sia al manubrio che a pedale, che le pedane (mancano la protezione per la pompa del freno posteriore, che pare avere il serbatoio integrato, e i piolini alle estremità). A proposito di manubrio: le manopole sono diverse e prive di contrappeso, ma sono cambiati anche altri piccoli dettagli, quali il supporto per il serbatoio del liquido freni e il bullone del cannotto di sterzo, non più nero. Mantenuta la forcella rovesciata ultra regolabile con i registri sui tappi degli steli, ma l’unità è palesemente diversa dalla Bitubo ECH29 originaria, sia nel design dei gambali che nella raffinatezza dei registri stessi. Anche gli ammortizzatori sono cambiati, pur mantenendo il serbatoio separato dotato di registro di regolazione. Nella parte alta compaiono le ghiere per la modifica del precarico molla.
Per finire: cambia ancora (è la terza volta) il marchio sul carter frizione. Sul prototipo era dorato, poi è diventato nero, ora è “bianco”.