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24 December 2015

Due Moto Guzzi 1400 svestono i panni cruiser e diventano muscle bike

Le bicilindriche di Mandello sono tra le moto più customizzate al Mondo. Ma con il maestoso 1400 della California solo due preparatori si sono cimentati in qualcosa di davvero diverso e innovativo: sono Officine RossoPuro e Radical Guzzi

Pensiero stupendo

Quando è arrivata la nuova Moto Guzzi California 1400, nel 2012, è stata accolta calorosamente dagli appassionati. Al primissimo test c’ero in sella io e ne sono rimasto affascinato (qui l’articolo pubblicato sul sito): grande moto, con un cuore generoso e una ciclistica che le altre cruiser se la sognano. Non a caso la California 1400 custom ha vinto la comparativa maxi cruiser in Puglia. Ma, mentre ero in sella, già pensavo che quel motore e magari anche quel telaio, con poche modifiche, non avrebbero sfigurato su una maxinaked. Pesante, forse: il bicilindrico è ingombrante e massiccio, ma una bella muscle-bike non sarebbe un azzardo. 
1/26 La special "Ristretto" di Radical Guzzi. Si tratta di una sportiva classica motorizzata col 1.400 cc della Moto Guzzi California. Il resto è tutto nuovo e fatto a mano. Non ci sono soluzioni inusuali, anzi: il telaio ricalca lo stile classico delle mitiche V7 degli anni Settanta, con la linea di serbatoio e sella sullo stesso piano. Anche il forcellone, ridisegnato, è in acciaio e utilizza una classica coppia di ammortizzatori pluriregolabili. Una muscolosa forcella Marzocchi a steli rovesciati, abbinata a dischi con pinze ad attacco radiale, completa il quadro tecnico. A livello estetico, serbatoio e sella monoposto con codino arrotondato sono quanto di più semplice ed elegante si possa pensare, così come il faro tondo e il singolo strumento alle spalle di quest’ultimo. Attingono al mondo custom invece le ruote lenticolari, che però sono più originali dei classici raggi e conferiscono un aspetto più muscoloso all’insieme

Il lupo dell’Appennino

Ma in questi anni non s’è visto nulla del genere nei piani di Mandello (Audace ed Eldorado non fanno testo, e men che meno la MGX-21) e solo negli ultimi tempi s’è mosso qualcosa tra i preparatori di special. Il primo a mettere le mani sulla cruiser lariana per farne qualcosa di completamente diverso (la Black Mamba di Millepercento rimaneva fondamentalmente una cruiser) è stato Filippo Barbacane, guru delle Moto Guzzi e boss delle Officine Rosso Puro (www.officinerossopuro.it), di Pescara. Tenendo buono solo il motore, ha realizzato -già un anno fa- la Lupus Alpha, una possente special che rende omaggio al simbolo dell’Abruzzo (il lupo, appunto: guardate la gallery). Ideata insieme a Luca Tosto, Managing Director della Walter Tosto SpA, azienda che opera nella componentistica per impianti Oil & Gas, è una moto Guzzi rivisitata in “chiave industriale”, come dice lo stesso preparatore. Non una show bike, ma una moto vera, che esalta le ottime doti del motore 1400. Per costruirla sono stati utilizzati materiali nobili altamente resistenti, come il cromo-vanadio, il titanio, l’Ergal e la fibra di carbonio. Per le pinze dei freni, addirittura, s’è impiegato l’Incoloy 800h, una lega di ferro, nichel e cromo con la quale si producono i reattori, scelta per la sua resistenza alle altissime temperature, alla pressione e alla corrosione. 

Soluzioni originali e innovative

La moto è stata realizzata al 90% artigianalmente, a partire dalla ciclistica. La forcella è del tipo Girder, completamente disegnata “in casa” e realizzata in Ergal, ed è stata la prima parte ideata, dalla quale è poi scaturito tutto il design della moto. La componente elastica e ammortizzante è affidata ad un monoammortizzatore Öhlins pluriregolabile. Il forcellone, anch’esso in Ergal, è in due parti con l’albero cardanico a vista. È abbinato ad un originale sistema di sospensioni che lavorano in trazione e non in compressione come le originali: un telaietto in tubi collega la parte oscillante ad una coppia di ammortizzatori regolabili Bitubo. Questa soluzione ha lasciato libera tutta la parte posteriore tra forcellone e reggisella. Quest’ultimo (in alluminio) accoglie il serbatoio benzina (in titanio), mentre al posto del serbatoio originale sono alloggiati tutti i componenti e cablaggi elettrici. A inglobarli, una cover in carbonio che ospita anche la strumentazione. Ancora Ergal invece per i cerchi, realizzati dal pieno e dotati di un design particolare che vede, all’anteriore, un sistema frenante con dischi perimetrali da 415 mm e pinze radiali a 6 pistoni. Non sto qui a dilungarmi sulle altre decine di dettagli artigianali e perfetti della Lupus Alpha: mi limito a levarmi il cappello e a fare un inchino dinnanzi a tanta tecnica e fantasia.

Rigore tedesco

Più tradizionale, ma non meno affascinante, la recentissima special di Radical Guzzi (radicalguzzi.com) officina tedesca specializzata nel restauro e nella costruzione di special che hanno come base le moto di Mandello del Lario. Disegnata da Holografic Hammer, la California diventa una splendida e leggera (almeno nelle linee) cafe racer. Presentata lo scorso agosto durante le gare di accelerazione di Glemseck 101 , la Ristretto -così si chiama questa special che rende omaggio persino nel nome allo stile italiano- ha subito attratto sguardi e attenzioni (così come aveva attratto l’attenzione un primo esemplare di sportiva col motore della California 1400 esposto sempre da Radical all’Open House Guzzi 2014 a Mandello).
Anche nel caso della Ristretto, s’è tenuto buono solo il motore della cruiser, mentre il resto è tutto nuovo e fatto a mano. Non ci sono soluzioni inusuali come sulla Lupus Alpha, anzi: il telaio ricalca lo stile classico delle mitiche V7 degli anni Settanta, con la linea di serbatoio e sella sullo stesso piano (guardate la gallery). Anche il forcellone, ridisegnato, è in acciaio e utilizza una classica coppia di ammortizzatori pluriregolabili. Una muscolosa forcella Marzocchi a steli rovesciati, abbinata a dischi con pinze ad attacco radiale, completa il quadro tecnico. A livello estetico c’è poco da raccontare: serbatoio e sella monoposto con codino arrotondato sono quanto di più semplice ed elegante si possa pensare, così come il faro tondo e il singolo strumento alle spalle di quest’ultimo. Attingono al mondo custom invece le ruote lenticolari, che però sono più originali dei classici raggi e conferiscono un aspetto più muscoloso all’insieme.

Spazio alla fantasia

Quale delle due preferite? Io faccio fatica a scegliere. La creatura di Barbacane mi affascina dal punto di vista tecnico, con tutte quelle lavorazioni sublimi; ma lo stile tradizionale e pulito della Ristretto -nome che mi fa pensare ad una drastica riduzione di peso- è più vicino al mio gusto personale. La discriminante, a questo punto, rimane la guida. Mi piacerebbe provarle entrambe e scoprire quale delle due sia più agile e gustosa tra le curve. Se solo hanno migliorato anche di poco la già ottima California, c’è da stare certi che sono gustosissime. Ora però mi piacerebbe vederne altre, di special con motore Guzzi 1400: chi sarà il prossimo?
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