La Ninja della Casa di Akashi si conferma la moto più veloce di questi test invernali in terra iberica: in entrambi i test di fine 2015 (
prima al Motorland Aragon, poi a
Jerez de la Frontera) i piloti del Kawasaki Racing Team hanno dettato il passo, facendo segnare addirittura il record ufficioso della pista aragonese. Con l’anno nuovo, la storia non è cambiata. Il “dominio verde” si è potuto vedere già nelle presenze: 14 delle 28 moto presenti a Jerez erano
Made in Akashi (5 della classe Supersport, 4 della SBK, 3 della British Superbike e 2 della classe Superstock 1000). Presente anche
Leon Haslam, approdato per questa stagione nel team di British Superbike GBMoto Racing, insieme ai suoi compagni di squadra Peter Hickman e James Ellison. L’inglese ex Aprilia non ha girato con il trasponder, ciò nonostante dai paddock rivelano che ha fermato i cronometri aull'1’43”, dunque con tempi più affini a Ellison che a Hickman, il quale non è uscito dal “limbo” dell’1’44”.
I due alfieri del KRT Tom Sykes e il campione in carica Jonathan Rea hanno sfruttato questi due giorni di test per confermare alcune delle scelte attuate nei precedenti test e adattare alcune novità che i tecnici hanno prodotto durante la pausa invernale. La pista umida del primo giorno e la nebbia del secondo giorno hanno ridotto il tempo il tempo utile ai piloti che, al termine dei test, hanno effettuato un totale di 248 giri, dei quali 126 per Sykes e 122 per Rea. L’inglese Tom Sykes nei due giorni di test è sempre stato il più veloce: martedì è stato l’unico pilota a girare in 1’40”, così come mercoledì è stato l’unico a scendere sotto la barriera dell’1’40” facendo segnare un incredibile 1’39”924 montando una gomma da tempo al posteriore. Situazione differente per il nordirlandese Jonathan Rea: la sua preferenza è caduta sull’utilizzo di gomme usate per diversi giri, in modo da simulare una condizione di fine gare e valutare così eventuali correzioni alle specifiche del motore e dello chassis. A differenza del compagno, Rea non ha usato la gomma da tempo bensì quella da gara, fermando il cronometro a circa un secondo da Sykes: 1’40”856 che gli vale il settimo tempo della sessione.
Il Team Pedercini ha esordito per la prima volta in pista con i piloti Sylvain Barrier e Saeed Al Sulaiti, che hanno dedicato la prima giornata di test alla prova di alcuni settaggi e configurazioni. Il secondo giorno di prove, dedicato alla ricerca del tempo sul giro, non è stato assistito dalla fortuna: il francese è stato protagonista di una caduta avvenuta appena dopo aver montato le gomme da tempo, mentre per il pilota del Qatar Al Sulaiti un problema elettronico l’ha tenuto ai box fino alle 14. A fine giornata, Barrier ha terminato con il 15° tempo mentre per trovare Al Sulaiti bisogna scendere fino alla posizione numero 25. Nonostante la sfortuna, i meccanici hanno potuto comunque lavorare sulle regolazioni delle moto.
Nella Stock 1000 invece la tabella di lavoro è stata seguita al dettaglio dai francesi Jeremy Guarnoni (20° tempo) e Christophe Ponsson (22° tempo), che hanno continuato il lavoro iniziato qualche settimana fa ad Alcaniz, nonostante Ponsson sia stato autore di una scivolata nel pomeriggio di mercoledì.
In casa Puccetti Racing arrivano segnali positivi, e stavolta non solo dal 4 volte campione Kenan Sofuoglu. Nonostante il turco abbia fatto segnare un incredibile tempo pari a 1’43”091, il più veloce della classe Supersport (e 17° complessivo), il suo nuovo compagno di squadra
Randy Krummenacher ha finalmente trovato il giusto feeling con la Ninja ZX-6R. Il miglior tempo del pilota svizzero (1’43”582) è il secondo più veloce della categoria, a 492 millesimi dal campione della classe Supersport; un ottimo risultato se si considera sia che Krummenacher fino qualche mese fa correva in Moto2, sia che nel corso della seconda giornata di test l’elvetico ha mantenuto un ritmo costante sul minuto e 43 secondi. Sofuoglu e Krummenacher hanno lavorato molto sull’elettronica, che nel 2016 avrà delle restrizione sugli aiuti di guida.
Di seguito le dichiarazioni dei piloti:
Tom Sykes: “
Siamo sorridenti perché in sostanza abbiamo cambiato un sacco di impostazioni, esplorando più parametri con la nuova moto. Tutto il merito va a Marcel, Danilo e tutti i meccanici perché fanno gli straordinari mentre il mio unico impegno è solamente guidare. Il buon lavoro fatto negli anni precedenti è stato confermato dal fatto che questa moto è “figlia” del lavoro degli anni passati. La moto va bene a entrambi e Kawasaki ha fatto uno splendido lavoro. Ci sono alcuni punti che vorrei migliorare sia me sia la moto, ma finire questi test di Jerez con il miglior tempo è buono, soprattutto perché non è il circuito in cui vado più forte. Questo si aggiunge all’eccitazione e alla motivazione per affrontare la nuova stagione sulla nuova Ninja”.
Jonathan Rea: “
È chiaro che la nuova moto è stata sviluppata per un altro stile di guida e richiede di essere guidata in una certa maniera. Quindi stiamo ancora scoprendo ancora come tirare fuori il meglio dalla moto e per farlo abbiamo cambiato tante cose. Era chiaro fin da subito che il livello di grip in questi giorni sarebbe stato molto peggio rispetto all’ultima volta, e ciò avrebbe richiesto un set up leggermente diverso. La nostra filosofia questo inverno (ossia testare pezzi nuovi e non perderci via nel regolare il set up) ha veramente avuto senso. Era lo stesso circuito dell’ultimo test, stessa parte del mondo ma stavolta con carattere diverso. Avevamo delle nuove specifiche della forcella da provare, così come diverse caratteristiche del motore. Stavolta stavamo solamente usando gli attrezzi nella cassetta per capire di più la Ninja. Abbiamo lavorato metodicamente e senza fretta, sicuramente se ci fosse stato un altro giorno di prove avrei potuto segnare il tempo più veloce”.
Kenan Sofuoglu: “
È stato un test un po’ difficile per me perché nei mesi passati sono stato incredibilmente impegnato per via della vittoria in campionato che mi ha lasciato molto stanco a fine stagione. Il tempo inoltre non era molto buono in Turchia. In questi due giorni ho provato di cose e abbiamo capito che il set up utilizzato a novembre era molto buono, e così abbiamo optato per quello. Oggi abbiamo quasi fatto segnare lo stesso tempo dell’ultimo test. Se avessi avuto un paio di gomme morbide in più avrei potuto girare mezzo secondo più veloce. Alla fine, il pacchetto è abbastanza buono e adesso andremo in Australia per i test finali e poi via con la prima gara”.
Randy Krummenacher: “
Abbiamo provato molte cose con le sospensioni e alcune volte ci siamo un po’ persi via, ma nei test è abbastanza normale. Penso abbiamo raccolto molte informazioni da questi test e saremo capaci a fare un altro passo avanti in Australia. Di buono c’era che sono stato più costante sull’1 e 43 mentre l’ultima volta ho fatto solo due giri in 1’43”. Adesso sembra normale girare in quei tempi. È molto positiva la cosa. Dobbiamo solo continuare a lavorarci su e non vedo l’ora di andare in Australia perché adoro quel tracciato”.