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Bella e ricca, agile e veloce. Comoda ma... dondolona

Prova MV Agusta Turismo Veloce: nella nostra comparativa sport tourer, la tricilindrica di Varese ha fatto valere la propria filosofia: cura e contenuti premium, snellezza e guida piacevolissima, cilindrata ridotta e prestazioni notevoli ma non… mostruose. Peccato per le sospensioni

Approfondiamo

Ormai Motociclismo di luglio è in edicola da un po’, con la comparativa medie classiche, e proprio in questi giorni abbiamo completato la comparativa medie crossover in Romania, che leggerete su Motociclismo di settembre (ad agosto il pezzo forte sarà la comparativa maxinaked!). Vorremmo però tornare sul servizio più importante del numero di giugno, la comparativa sport tourer nelle Marche. Chi si fosse perso il numero in edicola, può richiederlo scrivendo a assistenza.clienti@edisport.it, comunque già qui sul web vi abbiamo tenuti informati con i report day by day (cliccate qui per articoli e foto) e abbiamo pubblicato il video finale.
 
Il confronto tra BMW R 1200 RS, BMW S 1000 XR, Ducati Multistrada 1200, Kawasaki Z1000SX, KTM 1290 Super Duke GT, MV Agusta Turismo Veloce, Suzuki GSX-S1000F, Triumph Tiger Sport è stato un dominio delle moto europee, mentre le giapponesi, che sono piaciute per il loro rapporto qualità prezzo, l’assenza di inconvenienti particolari, la personalità dinamica e le prestazioni, in termini di attitudini al viaggio hanno dovuto cedere il passo (leggete qui la “mini prova” della Suzuki). Qui parliamo della MV Agusta Turismo Veloce, la moto che si è classificata appena giù dal podio nel nostro confronto.

MV Agusta Turismo Veloce 16.240 euro c.i.m. (17.230 moto in prova)

Tra le tante cose che ci piacciono della tre cilindri varesina, c’è l’idea alla base del progetto. In un panorama in cui chi cerca una crossover esclusiva e con un allestimento al top ha a disposizione quasi unicamente moto ultra potenti e abbondanti nelle dimensioni, lei si propone come alternativa: cura e contenuti da prima della classe abbinati però a un corpo snello e a prestazioni notevoli ma non… mostruose. In effetti è piacevolissima da guidare: colpisce prima di tutto per la maneggevolezza e per la sensazione di avere tra le mani una compagna gestibile senza impegno. Tra le curve danza con grande agilità, e soprattutto nello stretto - tornanti e curvini - è probabilmente la moto più facile e immediata della prova. 

800 bastano

Sarà poi merito del peso contenuto o forse del frazionamento del motore - il tre cilindri in genere si distingue per sapere unire coppia, elasticità e potenza -, fatto sta che la spinta che mette a disposizione non è solo sufficiente; è più che soddisfacente. In realtà non è esagerato dire che il tre-in-linea di Schiranna sia tra i propulsori più divertenti dello schieramento: prende giri rapidamente, spalma una spinta intensa lungo tutto l’arco di erogazione, ha un bell’allungo convinto - ma è anche dolce nella risposta al gas, oltre che dotato di una voce entusiasmante. È pure abbinato a un ottimo quickshifter, che funziona molto bene in scalata e nelle cambiate a basso numero di giri, e quando usato agli alti regimi spara delle gustosissime “schioppettate”. Tutto questo, come dicevamo, la rende una moto davvero piacevole e “azzeccata”, ma allo stesso tempo non esclude che su altri fronti risulti invece un po’ migliorabile. 

Comoda, ma troppo morbida per quello che ti aspetti da una MV Agusta

Le dimensioni sono forse fin troppo contenute, o almeno lo sono per chi ha una statura superiore al normale. Il nostro tester più alto (1,88 m) si trovava “rannicchiato” in sella, anche perché la posizione di guida, per quanto caratterizzata da una triangolazione azzeccata, non lascia libertà di movimento. Poi ci sono situazioni in cui la risposta al gas è leggermente differente (leggi: meno lineare) da come ce la si aspetta - in particolare con la mappatura Sport. Ma ci si abitua. È soprattutto l’assetto a poter essere migliorato. Anche agendo sui registri, le sospensioni rimangono troppo “morbide” per la guida sportiva, situazione in cui la Turismo Veloce si mostra ben più… dondolona di quanto ci si aspetti da una MV Agusta. Il rovescio (positivo) della medaglia è che sulle asperità è piuttosto comoda. Così come lo è nei trasferimenti. La protezione dall’aria è inferiore a quella offerta da Ducati, BMW e Triumph, ma è comunque sufficiente a viaggiare senza stress per molti chilometri.

più "pro" che "contro"

La strumentazione offre una veste grafica molto accattivante ed è ricca di informazioni. Come sulla Ducati, le molte voci riportate richiedono un minimo di abitudine prima di "trovare al volo" quello che si cerca. Le varie funzioni si gestiscono dal blocchetto elettrico sinistro. L'interfaccia è piuttosto intuitiva, peccato però che i comandi impartiti tramite il bottone (spostarsi tra le schermate, confermare un'azione) non sempre vengano ricevuti dal computer. Le sospensioni sono tradizionali e ampiamente regolabili. Per aggiustare il precarico del "mono" c'è un comodo pomello. Il cambio si può usare senza frizione sia nel passaggio al rapporto superiore sia in scalata, e funziona benissimo. L'accoglienza per il pilota e passeggero è dignitosa, a patto di non essere più alti di 1,80 m. Il meccanismo di fissaggio delle borse permette di contenere la larghezza della moto. Le valigie contengono un integrale ognuna e hanno identica capacità di 30,8 l. 

Riassumendo

Pregi
  • Maneggevolezza
  • Erogazione e sound
  • Allestimento
 
Difetti
  • Accoglienza per i più alti
  • Sospensioni troppo "soft"
  • Alcune finiture sottotono
 
Piace
  • Ha due piccoli vani portaoggetti
  • La più stretta con le borse montate (860 mm rilevati)
  • Regolazione "plexi" pratica
  • 2 prese USB più presa 12 V
  • Aspetto strumentazione
  • Forcellone monobraccio
 
Non piace
  • Blocchetti elettrici di aspetto economico
  • Montaggio manubrio (fin troppo) elastico
  • Accessibilità registri "mono"
  • Fissaggio borse con sgancio rapido
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