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“Costruita per chi ha le corse nel sangue”

Prova della Suter MMX 500, la 4 cilindri 2T svizzera che replica le GP anni 90, però con tecnologia attuale: 127 kg e 195 CV, senza controlli elettronici! I suoi creatori ci raccontano com’è, perché e nata e ci parlano di un’eventuale versione stradale

sogno realizzato

Del sogno di riportare in auge le sportive 2T  abbiamo già parlato, su Motociclismo.it, a partire dalla Ronax e continuando con la moto di cui trattiamo qui, la Suter MMX500. A dire la verità, è sulla seconda che ci siamo concentrati, dato che è effettivamente entrata in produzione e si è perfino misurata in gara con le 4T al Tourist Trophy dell’Isola di Man (non con grande fortuna…).

Eskil ci spiega tutto

Presentata a Eicma, la super sportiva svizzera voluta e realizzata da Eskil Suter (Fondatore e Ceo Suter Racing), è un vero gioiellino, un sogno realizzato, un missile da 127 kg per 195 CV! Tutta roba vera, senza controlli elettronici (cliccate qui per la tecnica). Per sapere come va, correte in edicola a prendere Motociclismo di luglio, ora lasciamo che a parlarci di com’è fatta la MMX500 sia il suo creatore, quel folle di Eskil, uno che le mitiche 2T 500 da Gran Premio le ha guidate in gara e le ha costruite in versione racing. Insomma, uno che sa di cosa si parla e che racconta come cavolo gli sia saltato in mente di  fare oggi una moto con un motore apparentemente anacronistico, seppur amatissimo dagli appassionati. Così scopriamo perché questa moto è nata, com’è fatta e come è stata sviluppata, la sua filosofia… L’intervista esclusiva si chiude con l’intervento di Alessandro Giussani (Responsabile Tecnico Suter Racing), che ci parla di una eventuale versione stradale…

“Ne abbiamo già vendute 20”

Da cosa nasce l’idea di costruire una 500 2T?
Le gare sono state la mia vita. Ho corso 6 anni in 250 GP e nel 1999 mi chiamarono a sostituire Romboni nella 500. Fu proprio quella l’esperienza più bella della mia vita e per questo volevo che tutti avessero la possibilità di guidare una 500 2T, riprogettata con le tecnologie di oggi.
 
Quando è iniziato questo progetto?
L’idea mi è venuta nel 2009: avevamo i disegni della vecchia MuZ del 2000, ma è stato riprogettato tutto, dal motore al telaio, anche perché con gli anni sono cambiate le prestazioni degli pneumatici, la potenza dei freni, la qualità delle sospensioni. L’esperienza in Moto2 e MotoGP ci ha aiutato molto. Nel 2013 abbiamo acceso il primo prototipo e nel 2015 è stato fatto il primo giro di pista. Una grande emozione.
 
Un progetto molto ambizioso e costoso…
Abbiamo speso più di un milione di euro tra stampi e sviluppo, ma è costoso anche produrre la moto, perché si tratta di pochi pezzi. Solo il motore ha un costo che si aggira attorno ai 45.000 euro. È prevista una produzione di 99 moto, ad prezzo di 110.000 euro. In 6 mesi ne abbiamo vendute già venti e altri venti sono in costruzione.
 
Si vocifera di un trofeo che prevede la partecipazione di alcuni ex campioni del Motomondiale.
Mi piacerebbe molto, ma non è facile realizzarlo per i costi e i permessi che servono. In futuro vorrei organizzare un challenge. Sentire in pista trenta 500 2T sarebbe una sinfonia.
 
Perché avete partecipato al TT?
Perché è forse la gara motociclistica più importante e famosa al mondo. Per noi è stata, oltre ad una vetrina, un ottimo banco di prova per verificare l’affidabilità della moto. Si percorrono a tutto gas 6 giri di 60 km ciascuno, l’equivalente di tre GP consecutivi. Non abbiamo avuto alcun problema meccanico, nonostante si passi dal livello del mare a 600 metri di altitudine, un limite per la carburazione su una 2T. Abbiamo girato in 18’, a poco più di 1 minuto dal record di categoria.
 
Avete sviluppato la moto con un pilota?
Non avevamo bisogno di un tester nella fase iniziale, eravamo sicuri della bontà del progetto anche per l’esperienza accumulata in questi 15 anni. Siamo al 70% del potenziale della moto. Per lo sviluppo vorrei Luca Cadalora. Nel 2000 quando era pilota MuZ, rimasi impressionato dalla sua sensibilità. Lui per me è il migliore per lo sviluppo di una 500 2T. Lo chiamerò presto…
 
Tempo sul giro: va più forte una 500 2T del 2000 o la vostra 500 nel 2016?
È una domanda che mi ero posto anch’io, più da pilota che da appassionato. Credo che la nostra sia più veloce, perché pneumatici, sospensioni e soprattutto erogazione del motore sono migliorati molto. L’obiettivo non è fare una moto estrema da tempo sul giro, ma rendere più fruibile e godibile per tutti una 500 2T. Per quello abbiamo portato la cilindrata a 580 cc: per avere più coppia e una moto più facile a parità di potenza.
 
Perché non ci sono controlli elettronici su una moto così estrema?
Prima di tutto perché la maggioranza dei nostri clienti non li vuole, ma è già stato tutto previsto: basta solo implementare la dotazione attuale. Porteremo comunque avanti anche lo sviluppo dell’elettronica nel prossimo anno.
 
Offrite anche una assistenza ai vostri clienti?
Certamente, anche se non c’è molta manutenzione. Ogni 1.000 km vanno cambiati i pistoni (3 ore di manodopera e poche centinaia di euro), ogni 2.500/3.000 l’albero motore.
 
Una domanda per Alessandro Giussani (Responsabile Tecnico Suter Racing): Potremmo mai vedere la MMX con frecce e specchietti?
Si potrebbe ‘stradalizzare’, c’è già la predisposizione per l’impianto elettrico, fari e avviamento elettrico. L’unico limite sarebbe quello di rispettare le emissioni con prestazioni accettabili. Potremmo poi prevedere un kit racing, ma se dovessimo verificare un funzionamento troppo strozzato per la strada, preferiamo venderla solo pronto pista.
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