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Harley-Davidson Low Rider S: concentrato di muscoli

La “S” è la versione più pepata della Low Rider: è spinta dal motore Screamin’ Eagle Twin Cam 110 da 1.800 cc ed è caratterizzata da un look total black (ma con cerchi oro), sella monoposto e codino corto. Basta ruotare la manopola del gas per essere travolti dalla potenza del suo bicilindrico! Il nostro test su strada
 

LA LOW RIDER DIVENTA PIÙ MUSCOLOSA

Per il 2016 Harley-Davidson ha deciso di realizzare una versione più pepata della Low Rider, la più spinta versione “S”. Questa nuova moto è il terzo modello della serie “S” di Harley-Davidson (che va ad affiancare Fat Boy S e Softail Slim S), ovvero la famiglia di motociclette realizzate per offrire le massime prestazioni con uno stile ispirato all’ambiente custom di tutto il Mondo.
La Low Rider S è spinta dal motore Screamin’ Eagle Twin Cam 110 da 1.800 cc (al posto del Twin Cam 103 della "base"), ed è caratterizzata da un look total black (ma con cerchi oro), sella monoposto e codino corto (qui le foto). Troviamo poi ammortizzatori caricati ad azoto, triplo freno a disco (con coppia anteriore flottante), impianto antibloccaggio di serie… cliccate qui per conoscere tutti i dettagli.
 
Ora, in occasione del test della nuovissima H-D Roadster, la Casa di Milwaukee ci ha dato la possibilità di testare su strada anche la Low Rider S, ecco le nostre impressioni di guida.

SPINGE… FORTE!

Il nostro test della Low Rider S, inizia con un trasferimento cittadino. Basta appoggiare il sedere sulla sella e immediatamente ci si rende conto di avere a che fare con una moto rigida di sospensioni. Per ingranare la prima marcia (e le successive) la leva della frizione va tirata con forza e l’innesto è rumoroso. La moto è pesante, ingombrante, scomoda da manovrare nel traffico. Scalda, vibra… Insomma, ci si prospetta una giornata noiosa…
Ad un certo punto però finiscono i semafori e gli incroci cittadini e le strade tra Marsiglia e Saint Tropez si trasformano in un lungo serpentone tortuoso di asfalto. Ci basta ruotare un po’ di più la manopola del gas e superare il “muro” dei 2.500 giri/min per scoprire il vero carattere della Low Rider S: quello di una muscolosa e divertente custom. Le vibrazioni (fastidiose sulle pedane sino a quella soglia) spariscono, il sound diventa più cupo ed aggressivo ed un vero e proprio calcio nel sedere ci spinge in avanti. Già, il bicilindrico da 1.800 cc ha una “schiena” incredibile, spinge forte, davvero... La Casa dichiara ben il 23% in più della Low Rider “base” e non stentiamo a crederci! La posizione in sella è comoda, con pedane avanzate e braccia distese e, grazie al manubrio alto e largo, la Low Rider S si lascia guidare (molto) piacevolmente tra le curve, accompagnati dal rumore delle pedane (e dello scarico, se si esagera) che grattano l’asfalto. Scopriamo così un’agilità che mai ci saremmo aspettati da una moto di questa mole (305 kg in ordine di marcia). In uscita di curva poi è un piacere ruotare con decisione la manopola del gas ed essere proiettati in avanti con tanto vigore. Abbastanza rigide le sospensioni ma, a meno di non trovare un asfalto particolarmente danneggiato, garantiscono un comfort adeguato al tipo di moto; migliorabile invece la frenata.

Ad un certo punto però ci si mette la pioggia a rovinare il nostro test! In uscita di curva, in condizioni di asfalto viscido, è praticamente impossibile tenere a bada i 153 Nm di coppia massima. (dichiarata) del bicilindrico H-D e la ruota posteriore pattina inevitabilmente. Il controllo di trazione sarebbe stato di grande aiuto in queste condizioni.
Per fortuna però si tratta solamente di una nuvola passeggera e in men che non si dica la strada torna ad essere asciutta, possiamo quindi riprendere a sorridere nuovamente sotto al casco ad ogni apertura del gas!

Vi ricordiamo che la Low Rider S è già in vendita, ad un prezzo che parte da 19.900 euro. 
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