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Honda CBR250RR 2017: la cattiveria si fa piccola

Honda presenta una nuova CBR. Ma non è la CBR1000RR che tutti aspettano, bensì la bicilindrica CBR250RR nata per il mercato asiatico e prodotta in Indonesia. Derivata dal Light Weigh Super Sports Concept visto al Tokyo Motor Show 2015, verosimilmente arriverà anche da noi in versione 300 cc

Dal concept alla produzione

Ricordate? Tra i vari prototipi presentati da Honda al Tokyo Motor Show 2015 c’era anche la cattivissima Light Weigh Super Sports. Si trattava di un concept davvero molto ben fatto ed evocativo che apriva idealmente la strada ad una nuova moto sportiva stradale pensata per i mercati emergenti, dove si sarebbe andata a piazzare nel segmento premium. Saltava all’occhio soprattutto un design “stealth”, molto… sfaccettato e diverso dalle linee armoniche e fluide a cui le CBR di tutte le cilindrate ci hanno sempre abituato, ma si intravedeva anche un telaio a prima vista inedito e si poteva apprezzare una forcella rovesciata affiancata da un impianto frenante con dischi a margherita e pompa radiale (ma pinze assiali). Nessuna informazione sul motore, mentre l’impostazione era decisamente corsaiola, con scarico racing, sella monoposto e assenza di specchi e fari (in realtà c’era un impianto a Led anteriore). Ora però il mistero è svelato: PT Astra Honda Motor, la joint venture che si occupa della produzione e della vendita delle moto Honda in Indonesia, annuncia il lancio sul mercato della nuova CBR250RR, versione stradale definitiva della moto che il concept di Tokyo anticipava. Cliccate qui per vedere le foto nella gallery, poi ci addentriamo nei particolari.

2 cilindri, 8 valvole, 3 mappe

La nuova Honda CBR250RR è una sportiva carenata mossa da un inedito motore bicilindrico in linea, un 250 cc raffreddato a liquido, alimentato a iniezione e con distribuzione a 8 valvole comandate da bialbero in testa. Non ci sono notizie sulle prestazioni (a parte voci su una potenza massima intorno ai 40 CV e una strumentazione che mostra la scala del contagiri arrivarre fino a 16.000!), ma Honda dichiara che sono “al vertice della categoria, facili da gestire in città ma anche in circuito, con erogazione morbida a tutti i regimi”. Il sistema di acceleratore “ride-by-wire” (che in Honda chiamano Throttle-by-Wire, TBW) vanta 3 modalità di utilizzo selezionabili, verosimilmente una “normale”, per l’uso quotidiano, una “sportiva” per l’uso in pista o la guida più allegra e coinvolgente, e infine uno “tranquillo”, per l’uso su fondi infidi.

Traliccio, forcella USD e (anche) ABS

Anche il telaio è nuovo e si tratta di un traliccio in tubi d’acciaio che porta la memoria alla soluzione adottata per la bella VTR250, anche se il disegno e le quote sono del tutto differenti. Il forcellone è invece in alluminio, col braccio destro conformato in modo da contenere gli ingombri del voluminoso terminale di scarico doppio, che passa più interno, permettendo di mantenere la snellezza che ci si aspetta da una “motoleggera” e di assicurare un adeguato angolo di piega. La forcella, come sul prototipo, è rovesciata, coi foderi nell’immancabile colore dorato, mentre il mono ha il leveraggio progressivo Pro-Link e il precarico regolabile su 5 posizioni. La frenata vanta due dischi a margherita (anche se non così “lavorati” come sul prototipo), l’anteriore da 310 mm Ø, il posteriore da 240; il tutto comandato da pinza assiale ma assistito dall’ABS, nei modelli proposti con l’antibloccaggio.

Cattiva, ma con classe

Venendo all’estetica, un semplice confronto con la versione concept permette di notare molte differenze. Ma non è una novità, dato che l’industrializzazione di un prototipo costringe a… smussare certe soluzioni belle ma fin troppo estreme e a volte nemmeno proponibili su moto che ovviamente devono essere “street legal” (ed ecco la presenza del voluminoso scarico e del porta targa). Nel caso della nuova CBR250RR, si nota subito la carena dal fianco più pulito, pur restando tesa e mantenendo inalterato il senso di potenza e velocità che caratterizzava il prototipo, mentre il frontale –aggressivo e rivolto verso il basso - mostra un gruppo ottico “quadruplo” (con posizioni a Led e indicatori di direzione integrati) che traccia la strada per quel che dovrebbe essere lo sguardo di tutte le future sportive Honda. Il tutto è completato da un posteriore alto e affilato, che non manca di ospitare una porzione di sella riservata al passeggero che non attenua per nulla l’immagine sportiva. Contrariamente a quanto succede di solito per queste “sportivette” pensate per i mercati emergenti, infatti, il look e l’impostazione generale sono decisamente racing, con i semimanubri bassi e le masse spostate visivamente verso l’anteriore, la strumentazione tutta digitale e uan bella piastra di sterzo lavorata, come sulle maxi sportive più raffinate.. Tutta un’altra cosa rispetto alla monocilindrica CBR300R che potete vedere qui: la mancanza di una “R” nel nome si avverte tutta! La livrea, infine, abbandona il look “total black” del prototipo per una veste che non perde cattiveria ma guadagna un po’ più di classe (certo, ce ne sono anche di più vistose...)

La vedremo da noi maggiorata?

La CBR250RR sarà realizzata nel maggior mercato mondiale per Honda, l’Indonesia, appunto, e sarà la Honda di maggior cilindrata fabbricata nel Paese del sudest asiatico. Le vendite, secondo i programmi, inizieranno a fine 2016. Nessun dettaglio sull’eventuale commercializzazione nei mercati più maturi, salvo un accenno al fatto che l’arrivo in Giappone è previsto “più in là”… In realtà, se per la CBR250RR avverrà quanto già successo per la Yamaha R3, nata R25 per i mercati asiatici, è verosimile la presentazione ai saloni autunnali di una versione maggiorata a 300 cc, che andrà a porsi in diretta concorrenza proprio con la Yamaha, ma anche con la Kawasaki Ninja 300 o la KTM RC390. Con un gioco di incroci di aspettative, poi, potremmo aspettarci l’arrivo di una futura versione naked, che si confronterebbe con la MT-03 e con la 390 Duke, nonché con la Z300, la Benelli BN302 e la BMW G 310 R. D’altronde, della piccola BMW è attesa una versione carenata, così il cerchio si chiuderebbe…
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