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di Giorgio Sala
27 November 2015

Jorge Lorenzo: “Solo Rossi può abbassare la tensione”

Il Campione mondiale 2015 della MotoGP, si racconta in un’intervista a 360°: i titoli vinti, le polemiche con Valentino Rossi, il rapporto coi media Italiani, il “biscotto” con Màrquez, i fischi di Valencia, l'infortunio nei festeggiamenti di Palma...

"Non poteva esserci un finale così drammatico, emozionante e dolce"

Jorgge Lorenzo si è raccontato in una lunga intervista alla testata spagnola  “Mundo Deportivo”, ecco le risposte più interessanti alle domande di Elvira Gonzales.

L’intervista inizia con la giornalista spagnola che chiede al “Por Fuera” come ci si senta ad essere definiti “pentacampione”, quale dei cinque titoli sia stato il più difficile e se abbia pensato in qualche occasione di non poter portare a casa il mondiale numero 5. “La parola “pentacampione” si dice velocemente, però è costata molti anni di fatiche. Il primo mondiale vinto resta sempre il primo: la prima volta che ottieni qualcosa di importante, che hai sempre sognato di ottenere, è sempre molto emozionante e vivi il tutto molto intensamente; già il secondo titolo non è lo stesso, così come il terzo. Però dipende anche da quanto ti è costato per ottenerlo. L’ultimo è stato sicuramente il più difficile da conquistare perché in nessuna delle 17 gare sono stato in testa al Mondiale, solo dopo la gara di Brno ho raggiunto gli stessi punti di Rossi e ho lottato per la vittoria. E nell’ultima curva dell’ultimo giro dell’ultimo gran premio sono passato dall’essere in svantaggio a vincere il campionato. Non poteva esserci un finale così drammatico, emozionante e dolce. Quest’anno non mi sono mai dato per vinto e non ho mai gettato la spugna, però sì, in alcuni momenti vedevo che la situazione era molto complicata”.

Successivamente si passa alle vicende più “scottanti” della MotoGP. Lorenzo ha inizialmente fatto chiarezza affermando che quanto accaduto nelle ultime gare “non è stata una fantastica pubblicità per il Motomondiale: sono state tre settimane nelle quali qualcuno si è agganciato perché gli piace vedere le moto, ma altri solo per le polemiche e per i confronti mediatici delle tre parti (Màrquez, Rossi e lo stesso Lorenzo n.d.r); il Maiorchino poi fa un confronto con un famoso episodio nel mondo dei motori: “come è successo tempo fa tra Prost e Senna a Suzuka, la Formula 1 crebbe in popolarità, e può essere che la stessa cosa accada nel motociclismo”.

Poi è arrivato il turno di parlare della relazione con il diretto rivale di questa stagione: Valentino Rossi. “La relazione con lui è stata sicuramente migliore prima di Phillip Island. In condizioni normali, saremo stati tesi per quello per cui stavamo lottando, però terminato il campionato ci saremmo rilassati. Però è accaduto il fatto di Sepang, egli ha le sue convinzioni e la sua teoria, ma arriverà un momento in cui la relazione tornerà ad essere come prima. Da parte mia non c’è alcun problema con nessun pilota, nemmeno nessun rancore, niente di niente. Il mio intento è avere buoni rapporti con tutti quanti, e rispettare tutti i piloti dentro e fuori la pista”. Poi Jorge Lorenzo parla di Rossi come compagno di scuderia: “Non lavoriamo assieme, siamo nello stesso team e ognuno ha una sua squadra personale. Nonostante la moto sia la stessa, in quanto a componenti non lo è, così come non sono gli stessi meccanici. Ognuno vuole vincere non solo contro l’altro, ma contro tutti. Non è come nel calcio”. Ma quindi come si può sciogliere la tensione su questa vicenda? Jorge non ha dubbi: “Può farlo solamente Rossi con i suoi fan, dando un messaggio per calmare gli animi, però non so se è disposto a farlo”.

Parlando invece di chi lo accusa di un “biscotto” con Marc Màrquez (secondo il nostro sondaggio, il 92% degli italiani afferma che il “biscotto” ci sia stato), del tifo da stadio nella MotoGP e dei fischi ricevuti sotto il podio di Valencia, queste sono state le parole di Jorge Lorenzo: “Basta vedere come sono state le ultime 5 o 6 gare. Se questa teoria che si insinua è certa, Marquez non sarebbe caduto ad Aragòn e non mi avrebbe sorpassato a Phillip Island. Sappiamo che l’influenza di Rossi coi mezzi di comunicazione e i sostenitori è molto forte e alla fine alla sua teoria sta credendo molta gente. Uno sportivo con molta influenza sulla stampa può modificare la realtà dei fatti, ed è questo ciò che è accaduto. No, non mi piace questo tifo calcistico, mi piacerebbe che il motociclismo fosse come lo era tempo fa. A Valencia, sotto il podio, i compaesani non mi stavano fischiando, mi stavano fischiando i tifosi del rivale. È come quando il Real Madrid gioca in casa del Barcellona, o viceversa, e Rossi ha molti tifosi in Spagna che fischiano i suoi rivali.”.
 
Dunque, secondo il Pilota maiorchino, è stata proprio l’influenza di Rossi sui media, soprattutto italiani, che ha creato le numerose polemiche che hanno travolto Jorge Lorenzo e il pilota HRC Marc Màrquez, situazione che però non si è verificata in Spagna: “Tanto Màrquez come io siamo stati attaccati in Italia per l’influenza delle dichiarazioni di Valentino, i media italiani difendono la sua teoria e condiziona la gente che vede e legge le notizie. Qui in Spagna invece mi sono sentito molto difeso, non solo io, ma anche Marquez è stato difeso a dovere perché evidentemente Marc non ha fatto nulla di male. Voleva fare la sua gara in Malesia ed è stato Valentino quello che ha fatto una cosa che andava contro il regolamento. A Valencia diversi piloti italiani hanno dichiarato che avrebbero aiutato Valentino, ma loro non sono stati attaccati per averlo aiutato deliberatamente mentre in Italia hanno attaccato Marquez per aver presumibilmente fatto la stessa cosa con me”. Ricordiamo che Sector No Limits, uno degli sponsor italiani di Jorge Lorenzo, ha abbandonato sia lo spagnolo sia la MotoGP in seguito a quanto accaduto in Malesia.
 
Si è parlato poi dell’incidente che ha avuto luogo a Palma di Maiorca, quando un tubo del radiatore della Yamaha R1 su cui era in sella Jorge Lorenzo si è staccato provocando a Lorenzo un’ustione di secondo grado sulla gamba sinistra: “Con la M1 sono caduto un paio di volte e non mi sono fatto nulla e ogni volta che uso un’altra moto mi succede qualcosa. Quello che accadde a Maiorca fu allucinante, non ci potevo credere. Dopo ho capito che è stato per via della moto che non era di serie ma era preparata per la pista e non aveva la ventola per raffreddare il motore. Non era in programma, ma per fortuna mi hanno curato e in quel momento non sentivo il dolore per l’euforia del momento. Adesso la ferita è migliorata moltissimo, e mi sto ancora curando per stare all’aria aperta”.
 
In conclusione, è stato chiesto al Pilota Yamaha con quale numero di gara correrà l’anno prossimo, se l’1 o il 99. Lorenzo però non ha ancora le idee chiare, e ci scherza sopra: “Con il 199 di Travis Pastrana? (ride) Non lo so. Ci sono più possibilità che continui con il 99, rimane sempre il dubbio perché correre con il numero 1 dà molta soddisfazione, però il 99 è il mio marchio. Se trovo un disegno che mi piace allora è un’altra cosa, però l’1 non mi rappresenta, ci sono stati molti numeri 1 nella storia del motociclismo. D’altro canto il 99 sono solo io, Jorge Lorenzo”.
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