Caro direttore, sto tornando a casa, solita strada, un po’ trafficata, ma con la mia moto vado tranquillo. Arrivo al mio svincolo autostradale nei pressi di Milano (Assago, sulla A7, direzione Genova), lo imbocco in piega e davanti a me vedo delle cose bianche in mezzo alla corsia: stringo la curva e le evito. Poi vedo negli specchi un altro motociclista che cerca di fare la stessa manovra, ma non ce la fa: finisce con l’anteriore sopra quelli che poi scopriremo essere dei sacchi di plastica, persi da qualche mezzo passato prima, e la caduta è inevitabile.
Botto, strisciata e impatto di moto e conducente contro il guardrail. Torno a soccorrere lo sfortunato (sono un medico anestesista rianimatore e lavoro in un istituto ortopedico-traumatologico): per fortuna la situazione non appare grave, e ne avrò la conferma il giorno dopo dallo stesso motociclista, che mi riferirà solo di contusioni a spalla, polso e ginocchio. E tutto per dei banali sacchetti di plastica.
La velocità non elevata, l’abbigliamento tecnico, ma soprattutto le protezioni gialle alla base del guardrail hanno evitato danni maggiori: garantisco che vista la scena e avendo esperienza motociclistica da quasi 40 anni e medica da 30, le protezioni del guardrail sono state fondamentali. Spero che la posa di queste fasce venga completata al più presto, risolvendo una volta per tutte il problema dei “guardrail assassini”
Alfonso D’Aloia - Bereguardo (PV)