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Connessa, sicura, risparmiosa: la moto del futuro secondo Vodafone

Come sarà la moto nel 2020? Per Vodafone la moto connessa è già il presente, ma ci aspetta un grande salto in avanti in questo senso, per rendere l’esperienza delle due ruote sempre più coinvolgente ma anche sicura. La nostra intervista a Gion Baker, Responsabile Automotive di Vodafone

A eicma grandi novità

In attesa di avere notizie ufficiali su una prestigiosa collaborazione che dovrebbe essere svelata a Eicma 2016, su Motociclismo di settembre parliamo di moto e telefonia mobile. Di moto connesse, per la precisione, e lo facciamo col manager svizzero Gion Baker, Responsabile Automotive di Vodafone. Il noto gestore telefonico è sempre più impegnato nel campo della connettività tra veicoli, con particolare attenzione alla moto (si vocifera appunto di una partnership con una Casa - giapponese-, anche se il più grande operatore mondiale di telefonia mobile e la casa smentiscono tutto: maggiori dettagli su Motociclismo di settembre). Ma non c’è dubbio che ci si stia muovendo sempre più velocemente verso un’integrazione sempre più massiccia tra i veicoli e la telefonia. Al dirigente Vodafone abbiamo chiesto di darci una panoramica sulla Vodafone Connected Bike e sulle sue future applicazioni. Ecco uno stralcio dell’intervista pubblicata su Motociclismo di settembre.

si potranno abbattere i premi assicurativi

Come sarà la moto nel 2020?
Tra pochissimi anni, secondo noi, i veicoli saranno connessi con l’utente, con le infrastrutture e con altri dispositivi in modo da innalzare il livello di sicurezza e abbattere i costi di gestione. Ma crediamo che la moto sia anche divertimento e, in questo senso, la connessione diventa uno strumento essenziale per condividere esperienze. Tramite un’applicazione sarà possibile entrare in contatto con la propria moto sia per raccogliere informazioni su di essa sia per registrare percorsi.
 
Come si riducono i costi di gestione?
Vodafone è in grado di mettere a disposizione dell’utente, del costruttore e delle compagnie tutti quei dati utili per abbattere i premi assicurativi. Sempre sul piano assicurativo la Connected Bike è estremamente efficace in caso furto: le nostre Centrali Operative di Sicurezza possono intervenire rapidamente insieme alle forze dell’ordine. Ci sono poi tutta una serie di informazioni provenienti dal veicolo che migliorano l’affidabilità, riducendo ulteriormente i costi di utilizzo.
 
Come avete interpretato le esigenze dei motociclisti?
Non è l’utilizzo della moto ad essere pericoloso di per sé. I veri problemi sono la distrazione degli altri utenti, le condizioni delle strade e tante altre variabili tutte riconducibili alla carenza di informazioni. Quando tutti i veicoli e le infrastrutture saranno interconnessi, l’utente avrà una serie di segnali che ridurranno drasticamente la probabilità di incidenti. In caso di incidente, poi, attraverso la chiamata di emergenza automatica il veicolo trasmette velocemente alle nostre centrali operative cos’è successo, come è avvenuto e chi è coinvolto.
 

Le vostre centraline sono destinate anche all’aftermarket?
Il processo di montaggio e abilitazione in questa fase è molto complesso e non consente una proposta diretta al cliente finale.
 
Leggete il resto dell’intervista su Motociclismo di settembre

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