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Stoner: "Io coach di Jorge ? Non ne ha bisogno. Rossi vince ancora? Non mi stupisce"

Casey Stoner, durante l'evento Nolan in cui ha presentato un nuovo casco, ha risposto alle domande dei giornalisti smentendo numerose delle voci circolate negli ultimi giorni. L'australiano si è poi soffermato su "temi caldi", come il suo futuro, la sicurezza, Lorenzo, Rossi, il mondo della MotoGP, la sicurezza nelle corse, il legame con Ducati...

"l'arrivo dei tedeschi in ducati non ha modificato la passione"

Casey Stoner è attualmente il collaudatore di Ducati, ma il riscontro che ha sul pubblico degli appassionati è da pilota ufficiale, come per esempio è successo al WDW 2016: “Il World Ducati Week 2016 è stato fantastico, soprattutto per l’accoglienza” ha affermato l’australiano. “Era da tanto tempo che non partecipavo ad un WDW. È stato bello vedere così tanti fan là fuori. Dopo essermi ritirato per circa 4 anni, ricevere una simile accoglienza è stato qualcosa di speciale”.

​Sempre in riferimento al WDW gli abbiamo chiesto ironicamente se avesse deciso di non partecipare alla gara di Flat Track perché intimorito” dalla bravura di Troy Bayliss, che è arrivato in finale. “In realtà non mi hanno invitato alla gara, non è stata una mia decisione. E sicuramente, se avessi partecipato, non sarei stato io quello che avrebbe dovuto intimorirsi” ha commentato Stoner con il sorriso stampato sul volto. I due australiani sono amici da ormai diversi anni, e c’è molto rispetto reciproco.

Stoner è l’unico pilota di Ducati ad aver vissuto le due ere della Casa bolognese, ovvero quella attuale con Audi e quella precedente. Le differenze ci sono, secondo Casey in positivo: “Adesso gli sviluppi non vengono mai tenuti in sospeso: se dobbiamo fare qualcosa, lo mettiamo all’inizio della lista e la si fa, mentre in passato c’era una limitazione finanziaria. Molte volte avevamo una moto ben sviluppata per l’anno successivo, ma non eravamo in grado di usarla perché altrimenti non potevamo produrre telai per il resto dell’anno. Con qualsiasi moto iniziavamo l’anno, con quella stessa moto lo terminavamo; questo mentre gli altri team continuavano a sviluppare e cambiare pezzi. Qui è dove abbiamo avuto problemi: trovare una moto con la quale potevamo competere durante la stagione. Non penso che provare nuove parti ad ogni gara sia una cosa giusta, ma quando si trova un miglioramento importante, va adottato il prima possibile, soprattutto se si lotta per il titolo. Questo ci mancava in passato, ed è proprio questo tipo di mentalità che andava cambiata nel passato. Ma a parte per questo motivo, all’interno dell’azienda non si sente assolutamente l’influenza di una casa Tedesca; la motivazione e la passione sono sempre le stesse di prima”.

"Non mi mancano le gare"

Successivamente, Stoner si è immerso nel mondo di Ducati in MotoGP, partendo dagli sviluppi della Desmosedici GP16 dopo i test di Misano: “Abbiamo testato alcuni cambiamenti nel telaio e nell’elettronica, nel corso di due giorni di prove eccellenti, soprattutto grazie a dei confronti back-to-back, e facendo così ulteriori passi avanti. Sappiamo che Dovi ha già provato alcune di queste novità, e le ha apprezzate. Verificheremo ulteriormente queste cose solo nelle prossime gare, in modo da sapere in che direzione stiamo andando. Fino ad ora tutto va secondo le aspettative. Considerate le temperature e le condizioni della pista di Misano, abbiamo avuto modo di completare un test sicuramente positivo”.
 
Il “Canguro Mannaro” ha poi commentato le prestazioni di Ducati in MotoGP, dicendosisicuro sul fatto che avremmo potuto ottenere risultati migliori, ma quest’anno la fortuna non è stata sicuramente dalla nostra parte. Specialmente con Dovi, abbiamo avuto moltissime occasioni per finire a podio nelle prime gare. Anche nell’ultima gara ad Assen, quando ad un certo punto in c’erano 4 Ducati nelle prime 5 posizioni. Fino ad ora, i risultati sono stati al di sotto del nostro vero potenziale. È stato un peccato non poter ottenere i risultati che ci meritiamo, ma in ogni modo i piloti e il team stanno lavorando sodo e la motivazione è sempre al massimo. C’è anche da dire che nel momento in cui Michelin ha cambiato le gomme, Ducati ha sofferto parecchio, e comunque siamo riusciti a migliorarci e abbiamo ridotto il gap dagli altri piloti. Ciò significa che stiamo prendendo le decisioni giuste, e i ragazzi stanno spingendosi sempre più avanti. È solo questione di tempo prima di riuscire a portare a casa una vittoria”.
 
E alla fatidica domanda sul suo ritorno in gara, anche come Wild Card, Stoner ha dichiarato: “Correre non è nei miei piani. Il mio prossimo impegno con Ducati sarà un test in Austria, e poi nelle settimane successive decideremo il test successivo e i piani per il prossimo futuro. In sostanza: ho solo in mente di continuare con i test, ma attualmente non voglio spingermi oltre”. A questo proposito, ha aggiunto cosa gli manca e cosa no del mondo delle corse: “Mi mancano molto le persone con cui ho lavorato nel corso degli anni, dato che con esse ci sono cresciuto. Gli ultimi 15 anni della mia vita li ho passati nei paddock, e in quell’ambiente ho cresciuto importanti relazioni. Vorrei poter guidare di più le MotoGP, senza dubbio, ma penso che per il momento mi limiterò a guidarle solo per i test. Ciò che non mi manca, è il lato delle gare: quando assisto alle partenze, e vedo tutti in griglia così sotto pressione e stress mentre io no, fa una grossa differenza e ora cerco di godermi questo aspetto. Inoltre, durante il weekend di gara, ho molto tempo libero e posso andare a fare visita a chi voglio; quando corri invece non hai tempo per fare nulla: hai un lavoro da fare, e devi fare molte altre cose come presenziare ad eventi. In conclusione: preferisco le cose per come sono adesso”.
 
Gli abbiamo chiesto se abbia in programma dei test sulla Panigale R di Davies e Giugliano. E la risposta ci ha un po' sorpresi: “Ho in programma dei test. Quando? Non lo so ancora. So che vogliono che mi concentri sul progetto della MotoGP, e passare da Pirelli a Michelin, e soprattutto adattarsi ad esse, è un compito difficile per noi. Non penso vogliano che faccia troppi passaggi tra Michelin e Pirelli. È sicuramente qualcosa che voglio fare in futuro, e vorrei aiutare dove posso, ma al contempo i test che mi hanno programmato sono solo per la MotoGP, e per il momento mi concentrerò su quello

"Jorge Lorenzo in Ducati? Sarà una bella prova per lui e noi"

Per quanto riguarda l’arrivo di Jorge, Stoner è entusiasta, ma dice che non sarà mai il suo personal coach: “Personalmente sono contento che dall’anno prossimo sarà dei nostri, sarà una bella prova per la moto e soprattutto per Jorge, che dovrà comunque adattarsi. Dovremmo anche vedere come adattare la moto a lui, perché comunque è uno dei piloti di testa del Mondiale. È stato sfortunato in queste ultime due gare (Catalogna ed Assen), ma penso che alla fine del campionato sarà in lotta per i primi posti. Non vedo l’ora di vedere cosa ne penserà della moto quando la proverà a Valencia, e penso che faremo tutto il possibile per progredire e renderla il più adatta a Jorge. Il resto si vedrà poi: non cerco di predire il futuro, fare le cose passo dopo passo quando arriva. Io coach di Jorge? Non è nei miei piani, anzi, non penso arriverò fino a questo punto. Penso che l’esperienza che ho sia buona per svolgere i test e spiegare alcune peculiarità della moto. Ma in generale, ogni pilota sa il fatto suo, e non c’è bisogno di dirgli cosa fare”.
 
Il titolo mondiale per Ducati potrebbe arrivare l’anno prossimo con Lorenzo? Casey non si sbilancia, e rimane con i piedi per terra: “Come ho detto in precedenza, non guardo molto al futuro. Non sono un ottimista, non sono pessimista, ma sono realista. Penso che se faremo il lavoro giusto quest’anno, e Jorge e Dovi fanno grossi passi in avanti durante l’inverno, e se ci sarà un pizzico di fortuna, l’anno prossimo potrà succedere qualsiasi cosa. Quest’anno il campionato è molto aperto, e se Dovi non avesse avuto quegli incidenti durante le prime gare, ora si troverebbe tra i primi del Campionato, e adesso potevamo essere in una condizione completamente diversa. È difficile per Andrea, dopo alcuni risultati deludenti, ritornare a battagliare tra i primi. Quindi, se faremo i giusti miglioramenti, potremo trovarci nel 2017 più competitivi di quanto lo siamo adesso, e con Andrea e Jorge come piloti, abbiamo la potenzialità di far bene ma non abbiamo la certezza di quello che accadrà. È solo questione di lavorare duramente con quello che abbiamo ora

"Rossi vince ancora? Non mi stupisce"

L’ultimo argomento trattato, sicuramente non per importanza, riguardava Valentino Rossi. Stoner infatti non è assolutamente stupito del fatto che, a 37 anni, Valentino sia ancora così vincente: “Basti pensare a Mick Doohan, che ha iniziato a vincere il primo campionato quando aveva più o meno la sua tessa età. Molti tendono a mettere un limite all’età, ma c’è anche chi fa maratone a 40 anni suonati ed è al top; tra i 25 ed i 30 anni è tendenzialmente un’età dove un pilota della MotoGP è al top della forma. Ma dipende da come sta il proprio corpo: se è in buone condizioni, non vedo perché non si possa continuare a correre per altri anni. Valentino ci mette un sacco di impegno, e non ha voglia di perdere, il che è una cosa positiva se si pensa al campionato. Senza Valentino lassù, tra i primi, l’attuale Mondiale sarebbe sicuramente meno interessante; fino ad ora è stato un bel campionato, bisogna vedere cosa accadrà nelle prossime gare. Si sono visti molti errori da quasi tutti i piloti, e le gomme Michelin hanno mischiato un po’ le carte, ed è bello da vedere; sicuramente quest’anno Valentino si sta impegnando alla grande”. 

"Le vie di fuga in asfalto sono convenienza, non sicurezza"

Il discorso di Stoner si è poi spostato sulla sicurezza dei tracciati del Motomondiale, con un particolare riguardo alla tragica vicenda di Luis Salom: “Questa è una cosa che ho molto a cuore. Penso che l’episodio di Salom poteva essere evitato. Ho lottato contro le vie di fuga asfaltate per moltissimi anni, e sfortunatamente ci sono piloti che le preferiscono, perché sono sicuri che possono spingere di più in curva, e se fanno un errore escono, vanno dritti o rientrano direttamente in pista”.

L’australiano poi ci è andato giù duro: “È convenienza, non sicurezza. Specialmente adesso, con le corse di auto, penso perderemo molte (se non tutte) le vie di fuga in ghiaia. E se si pensa a quanto è successo a Luis, non va bene per il motociclismo. Questa cosa va avanti da molto tempo. Se uno cade sull’asciutto è un conto, ma se uno dovesse cadere sul bagnato, non ci si ferma, e se la ghiaia non ferma il pilota o lo rallenta, c’è solo una cosa che può accadere e normalmente sarà la moto a raggiungere l’AirFence per prima, sollevare la barriera e poi il pilota ci passa sotto. Quindi, o va così, oppure la moto prende l’ultimo pezzo di ghiaia e vola oltre all’AirFence. Per molti anni ho combattuto per questa cosa, ma si è rivelata inutile perché c’erano troppi piloti nella Safety Commission che preferivano l’asfalto alla ghiaia, ma questo perché sono piloti che staccano molto tardi, e se sbagliano possono uscire e rientrare nel tracciato quasi immediatamente e non c’è alcuno svantaggio. Questo va cambiato, e guardando al Red Bull Ring, da quanto ho visto in televisione, sono preoccupato per la sicurezza di quella pista: ci sono tutte le vie di fuga verniciate, quindi si provi ad immaginare di cadere, sul bagnato, con la vernice per terra che non ti rallenta prima di sbattere contro il muro. Bisogna fare attenzione: la gente si dimentica quanto sia sensibile una vita umana, mentre si vuole la corsa con gente che continua a spingere, ma che sbaglia e rientra. Ma se fanno un errore grave, forse sarà anche l’ultimo che faranno. Penso che bisogna stare più attenti alla sicurezza dei piloti rispetto alle loro preferenze in termini di convenienza”.

Anche sulla decisione di Dorna e IRTA di rimuovere le alette dalla prossima stagione, Stoner ha fatto il punto della situazione per Ducati: “Stiamo già lavorandoci su, ma non eccessivamente. Abbiamo già fatto un test a Misano senza le alette, senza cambiare niente del set up originale, e abbiamo capito che l’anteriore era un po’ troppo alto, ma alla fine abbiamo girato negli stessi tempi. Ci sono alcuni benefici che noi traiamo dalle alette, ci aiutano molto in termini di stabilità e altri aspetti, ma penso che comunque troveremo una soluzione”.
Casey è fermamente convinto che questa decisione potesse essere presa diversamente: “Le alette non sono un problema per la sicurezza. Sfortunatamente ci sono stati alcuni contatti tra le Ducati ed altri piloti, e nessuno di essi ha avuto problemi di sicurezza. Sembra quasi che a qualcuno non piacciano, e che dunque sia giusto eliminarle, ma dato che tutte le Case le usano, non penso che a questo punto possano essere un problema. Un conto è avere limitazioni di numero, o di dimensioni, e su questo sono d’accordo. Ma perché eliminarle? Perché non ci hanno fermato nel 2010 quando le avevamo montate per primi?” 
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