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Shoei: “Ecco perché non li chiamiamo più caschi”

Federico Aliverti intervista Fabian Osamu Narizuka, country manager Shoei Italia, che ci racconta il Neotec usato nel nostro Long Test di 50.000 km con la Yamaha Tracer e ci spiega come mai in Shoei non esistono caschi ma “dispositivi di sicurezza”

Long Test con la testa a posto

Lo sapete, da un paio di mesi Motociclismo ha inaugurato una nuova tipologia di prova, il Long Test di 50.000 km. La prima moto sottoposta alla prova di affidabilità è il fenomeno commerciale del 2015, la Yamaha Tracer, mentre la seconda sarà la moto più attesa del 2016, la Honda Africa Twin (a proposito: avete già letto il test di Federico Aliverti?). Per sapere tutto del Long Test cliccate qui e non perdetevi il primo resoconto su Motociclismo di dicembre.
 
Il nostro tester d’eccezione, Alfredo Rota, Olimpico di spada a Sydney 2000, di km ne deve fare tanti e in poco tempo, quindi l’abbigliamento e la sicurezza sono uno degli argomenti più sentiti in questa prova, dopo quello (ovvio) di verificare le doti della moto. Per conoscere la dotazione invernale di Alfredo in termini di giacca (personalizzata col logo del test), pantaloni, guanti, stivali cliccate qui. Occupiamoci invece del casco.
 
Per il Long Test, Rota usa uno Shoei Neotec, il modulare della casa giapponese nella sua ultima versione, con visierino parasole integrato (prezzi a partire da 584 euro Iva inclusa). Per tutte le caratteristiche cliccate qui mentre, nella gallery, potete vedere tutte le livree (a proposito: Rota usa quella denominata Imminent TC-3, ad alta visibilità). Nel video che segue, Federico Aliverti intervista Fabian Osamu Narizuka, country manager Shoei Italia, che ci racconta il Neotec e ci spiega come mai in Shoei non esistono caschi ma “dispositivi di sicurezza”.

il "nostro" neotec

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