di Riccardo Capacchione - 08 September 2017

Sospensioni rivoluzionate, col fluido magnetico

Abbiamo provato su strada una Moto Morini Granpasso R con le nuove sospensioni magnetoreologiche "Magneto", realizzate da Mupo con l'aiuto dei docenti dell'università di Salerno. Disponibili per l'acquisto, ecco quanto costano, come sono fatte e come funzionano

10 anni di esperimenti, poi arriva Magneto

Definizione

Facciamo un ripasso

Principio di funzionamento delle “megnetoreologiche”

L’approccio delle sospensioni magnetoreologiche è differente: piuttosto che variare lo scorrimento dell’olio, se ne varia la densità. Disperdendo nel fluido una miriade di particelle metalliche (3-5 micron) sensibili ai campi magnetici e dotando di un elettromagnete il pistone della sospensione, è possibile allineare queste pagliuzze di ferro applicando campi magnetici di intensità variabile. Così, quando il fluido passa nei pressi dell’elettromagnete posizionato nel pistone, la sua densità varia all’istante, e solo nel punto interessato dal campo magnetico. Il pistone infatti scorre con un certo “gioco” nel cilindro che lo ospita consentendo il passaggio dell’olio idraulico. Grazie a una centralina che contiene un giroscopio che valuta 1000 volte al secondo il beccheggio e rollio della moto, la sospensione modifica “in diretta” la risposta alle sollecitazioni. È come se un tecnico agisse col giravite sui registri 1000 volte al secondo. Ovviamente, queste sospensioni non hanno la capacità di sapere in anticipo quello che scorrerà sotto le ruote, ma sono certo rapidissime nel reagire e nell'adattarsi a ogni variazione dell'asfalto o del terreno quando vanno in fuoristrada.

Basta un cellulare per cambiare le sospensioni

Test su strada: risposta istantanea, ma solo a "caldo"

Abbiamo provato le Magneto sulla Moto Morini Granpasso 1200 R. Il primo contatto non è stato dei più semplici perché le sospensioni non avevano un’accettabile costanza di funzionamento. Dopo un decina di km cominciano a reagire: il motivo è dovuto alle particelle metalliche che si depositano sul fondo degli ammortizzatori separandosi e stratificandosi progressivamente. Una volta “rimescolate” le particelle metalliche nell’olio idraulico, forcella e mono hanno cominciato a lavorare. La progressione di funzionamento è dolce e lo smorzamento ridotto nel primo tratto di corsa, consentendo di copiare le piccole asperità. Quando si richiama il freno anteriore o si affronta una buca profonda, il sistema risponde istantaneamente offrendo maggior contrasto all’affondamento. Il setting iniziale morbido provoca leggere oscillazioni, per cui abbiamo aumentato del 20% la frenatura di base dell'ammortizzatore: ora la Morini è precisa, ma nervosa sullo sconnesso. Riducendo la rigidità idraulica del 20% la moto corre come su un fuso, offrendo ottimo comfort e adattandosi in tempo reale alla guida veloce. Ci siamo avventurati anche ad affrontare lo sterrato: le Magneto si sono dimostrate molto scorrevoli, concedendo l’intera corsa utile delle sospensioni per assorbire le buche e i dislivelli del terreno

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