a cura della redazione - 19 July 2017

Kawasaki Versys-X: dopo la 300, la famiglia si amplia?

In occasione della prova della Versys-X 300, Sergio Vicarelli (resp. commerciale e marketing Italia) non ha… negato che la crossoverina Kawasaki potrebbe preludere all’arrivo di altre Versys più offroad. E poi le origini del nome e del design, l’influenza dell’Europa e i numeri dei mercati emergenti…

Conosciamo meglio la piccola crossover di Akashi

Ricordate il test anteprima della Kawasaki Versys-X 300 pubblicato qui sul sito? Come sempre, rimandavamo al giornale per ulteriori approfondimenti. Per chi si fosse perso Motociclismo di giugno 2017 (comunque richiedibile come arretrato scrivendo ad assistenza.clienti@edisport.it), riproponiamo qui l’intervista a Sergio Vicarelli (responsabile commerciale e marketing Kawasaki Italia), che fa interessanti rivelazioni sulla filosofia progettuale e commerciale della moto, senza dimenticare di lanciare uno sguardo al futuro…

La tecnica e lo sviluppo

Il design, il nome, il futuro

Anche per veicoli come la Versys-X 300?
Certo! Per questo modello, i designer giapponesi volevano sovrastrutture più importanti, una carena più imponente, ma noi abbiamo insistito perché la linea rimanesse snella e affilata. Siamo giunti ad un compromesso: la moto è protettiva, ma non grossa; e mantiene il design tipico Kawasaki, aggressivo e spigoloso.

Però si discosta dal family feeling delle Versys 650 e 1000: perché non chiamarla KLE?
Avrebbe potuto chiamarsi così, ma stiamo razionalizzando le famiglie, dividendo il brand in verticale. Le dual purpose Kawasaki sono e saranno tutte Versys.

Vedremo delle 650 e 1000 con ruote a raggi, magari con l’anteriore da 19”, come su questa Versys-X?
Può darsi (sorride, ndr). Stiamo studiando diverse soluzioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA