di Claudio Giovenzana - 13 July 2017

Vivere viaggiando: come si fa? (parte 3-scienza del cambiamento)

Come trasformare i viaggi in moto in un lavoro? Come fare a mantenersi viaggiando? Risponde Claudio Giovenzana, che è in viaggio da 9 anni: la verità e le menzogne, le strade da scartare e quelle da tentare per realizzare il sogno di libertà. Evitando errori e pericolose trappole...

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Bagaglio "classico" (e una Guzzi)

Anche se sono un nomade digitale, ho una moto e un’anima novecentesca, analogica e offline (una Moto Guzzi California EV del 1997, comprata di terza mano e soprannominata da lui TR: Telaio Rotto, ndr). Gli strumenti che uso sono modernissimi, ma il cuore è d’epoca. Devo a Bettinelli, Terzani, Cacucci, Chatwin e Kapucinsky molto della mia visione del mondo come frontiera con nuove storie e nuove vite possibili, sono loro e non gli Steve Jobs che insegnano ad aprire la porta, innamorarsi dell’Altrove e partire. Fanno capire che prima della moto viene la strada, il mondo e i suoi racconti. È questo che differenzia un viaggiatore da chi fa tanti km e usa il Mondo solo come pista per smanettare. Questi scrittori, viaggiatori e giornalisti mi hanno trasmesso l’etica del viaggiare e il dovere di raccontare. Ma, a un certo punto, bisogna smettere di inseguirli, sopratutto quando a noi, non a loro, sono toccati i decenni più umilianti dell’economia nazionale ma anche le incredibili possibilità della new economy. Comunque, dopo quelle letture classiche mi sono successe altre cose: un viaggio in Marocco, mentre leggevo “Brum Brum” (libro di Bettinelli), ha acceso la miccia della partenza; un gruppo di Guzzisti ha accolto questa decisione con un entusiasmo clamoroso; un filibustiere mi ha venduto un California incidentato senza dire nulla, un concessionario della Brianza mi ha reso capace di fargli la manutenzione. E sono partito.

Il romanticismo non basta

La scienza del cambiamento

Conclusioni

L'avventura in moto per il mondo inizia proprio prendendo la vita tra le mani, prima che il manubrio. Se non instaurate un’abitudine all’esplorazione, tutti i sogni che avete vi peseranno addosso come lapidi. Nel 2012 è stato pubblicato su una rivista di psicologia uno studio dell’università di Scranton (Pennsylvania, USA) che affermava che solo il 9,2% delle persone che dichiarano a gran voce intenzioni mirabolanti nei brindisi di capodanno si ricordano di trasformarle in azioni e hanno successo. Se sei in quel 9% (per un cambio di vita come questo forse anche l’1%) che considera queste parole come qualcosa che in qualche modo lo riguardano, allora benvenuto tra i pazzi e gli stupidi, benvenuto a bordo. La rotta sarà forse la più bella della tua vita.

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