di Giuseppe Cucco - 09 March 2017

Guzzi V9 special: Lord of the Bikes, puntata 2

Moto Guzzi V9 è la protagonista della seconda serie di Lord of the bikes 2017, il programma TV sulle special. Nella seconda puntata si sfidano i customizzatori di Radikal Chopper e quelli di Mr Martini, per creare una moto in tema tatoo. Alla fine i giudici assegnano la vittoria a...

Una special ispirata al mondo dei tatuaggi

Un unico tema, due moto dal carattere diverso

Moto Guzzi V9 special “Tattooing”

Radikal Chopper

Avendo tantissimi tatuaggi addosso il tema mi è piaciuto subito. La prima cosa a cui ho pensato è stata quella di tatuare la pelle della sella e realizzare un tatuaggio come se fosse fatto sulla pelle umana. La moto ha una forte presenza di materiali come l’ottone e l’alluminio, resi vivi da varie lucidature e incisioni, che rappresentano anch’esse un tatuaggio. Incidere il metallo vuol dire far rimanere impresso in esso un’immagine piuttosto che una scritta. Tattooing è equilibrata, ha le giuste proporzioni, che sono fondamentali per me, e la giusta distribuzione dei materiali e delle varie colorazioni. Ho avuto qualche difficoltà nell’alloggiamento della pompa della benzina nel serbatoio molto piccolo”.

Moto Guzzi V9 special “La manica bianca”

Mr. Martini

Lavorare a questo tema è stato difficile perché nessuno del team ha tatuaggi sul proprio corpo. Questo, per noi, è un mondo ancora tutto da scoprire. L’elemento dal quale siamo partiti è il concetto generale della moto. Non è stato infatti un singolo dettaglio a caratterizzarla, ma la sua idea. Abbiamo messo al centro del nostro pensiero il tatuatore biker che gira il mondo per dare vita alle sue creazioni, si ferma, toglie il sellino e inizia a tatuare. Un concetto del tutto nuovo che ha destabilizzato i giudici. Il nome “Manica Bianca” si rifà al linguaggio dei tatuatori. Il tatuaggio a manica, infatti, riveste il braccio esattamente come la manica di una camicia. “Bianca” perché quando abbiamo creato le grafiche sui due cerchi lenticolari l’abbiamo fatto pensando che fossero due braccia bianche da tatuare. Realizzare la sella in modo da farla poi diventare uno sgabello da strada, non è stato facile. Le gambe e il suo meccanismo, infatti, dovevano rimanere del tutto invisibili. Se avessi avuto più tempo avrei usato la pelle, e non il neoprene, per la realizzazione della sella”.

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