di Leonardo Lucarelli - foto Tommaso Pini - 27 February 2017

Cornovaglia in moto

Viaggio in moto in Inghilterra: con la Triumph Tiger 800 XCx in Cornovaglia, estremo lembo sud-ovest della Gran Bretagna. Dalla selvaggia costa nord al litorale meridionale: le strade più belle di un bell’itinerario europeo, l’atmosfera, le mete, il cibo, dove dormire…

il viaggio parte

SPIAGGE SELVAGGE, porti medievali, ristoranti stellati

Ci fermiamo infreddoliti in un delizioso caffè. Siamo nell'antico regno celtico di Kernow, che vanta il litorale più selvaggio e le spiagge più spettacolari del sud-ovest dell'Inghilterra. Un tempo le attività principali erano la pesca, le miniere e l'agricoltura ma oggi la Cornovaglia - penisola orgogliosamente indipendente, con un’identità ben riconoscibile - si è reinventata. Il paesaggio sembra appisolato sotto uno spesso piumino di foschia, decidiamo di saltare la visita al Tintagel Castle (ipotetico luogo natale di Artù) e facciamo una sosta all'Ufficio Monumento casa padronale del XIV secolo trasformata in ufficio postale nel 1800. Nel 1903 l’acquisto da parte del National Trust, il restauro e l’apertura al pubblico (non nei mesi invernali). I 40 km che ci separano da Padstow scorrono veloci immersi in un bianco lattiginoso, percorriamo tutta la B3314 concedendoci una deviazione verso il porto medievale di Port Isaac, agglomerato di vicoli acciottolati, stradine e cottage in terra cruda dove è stato girato il film "L'erba di Grace". Dopo un breve tratto di A39 svoltiamo sulla A389, per arrivare nel luogo che meglio riassume la trasformazione della Cornovaglia. Fino a pochi anni fa Padstow era un villaggio di pescatori, ma oggi lo chef Rick Stein (che ha aperto qui ristoranti, alberghi, una scuola di cucina di pesce e un fish&chips d'alto livello) lo ha fatto diventare l'angolo più cosmopolita della Contea. Anche Rock, sul lato opposto del Camel Estuary, merita una visita per il cibo: i ristoranti stellati di Nathan Outlaw offrono la migliore cucina di pesce della zona. Mentre gustiamo il nostro fish&chips arriva il sole: le nuvole basse sono tutte intorno, ma ne approfittiamo e ci fiondiamo in sella.

NEWQUAY È LA COSTA DEL SOL DELLA CORNOVAGLIA

A metà strada tra Padstow e Newquay, ecco gli imponenti faraglioni di Bedruthan. Tutta la zona è di proprietà del National Trust, che gestisce anche il parcheggio a pagamento (2 sterline a moto). Sotto di noi una spiaggia che scomparirà con l'alta marea, ma ora invasa da famiglie. Mentre scorre la B3276 (nuvole minacciose all'orizzonte…), incontriamo decine di furgoni Volkswagen Westfalia: oltre 40 a fine giornata! Il motivo è semplice, siamo nel paradiso dei surfisti. Newquay, arroccata su una scogliera in posizione magnifica e affacciata su una distesa di spiagge bianche, è invasa da pub, bar kitsch e club che non meritano una sosta, ma è il posto migliore per imparare a surfare ed è poggiata sul bordo di una strada spettacolare, un saliscendi in bilico tra verdi vallate, rotte da pinnacoli di roccia e dall'azzurro del mare, il tutto in un vasto silenzio. 

spettri e arte

Proseguendo verso sud, la Coast Road si srotola tra curve e insenature, in un paesaggio di bellezza selvaggia tra scogliere e piccole baie. Fra queste, la spiaggia di Perranporth, l'antica cittadina mineraria di St. Agnes e l'immensa distesa di sabbia di Porthtowan. Quando arriviamo a St. Ives è calata la sera e con lei la nebbia: la bassa marea ha lasciato il porticciolo all'asciutto e le barche si stagliano spettrali sulla sabbia umida. Il giorno seguente, una bruma densa aggiunge fascino all'incantevole agglomerato di tetti di ardesia, torri e campanili di St. Ives, villaggio di pescatori diventato, tra gli anni '20 e '30, il fulcro della scena artistica della Cornovaglia: le sue tortuose vie ospitano gallerie e botteghe d'artigianato, oltre all'avamposto sud-occidentale del Tate Museum. Ci avviamo verso Land's End: la B3306 si snoda in un paesaggio di muretti a secco, brughiere desolate, minuscoli villaggi e promontori rocciosi. 

LA FINE DEL MONDO

VERSO SUD

Iniziando la risalita lungo la costa meridionale incontriamo Penzance e il suo lungomare vittoriano. Qui c’è la più importante flotta di pescherecci della Cornovaglia, ma di turisti se ne vedono pochi, nonostante il fascino marinaro autentico e i prezzi più bassi della regione. Da qui la A30 prima e la A394 poi sono lingue d'asfalto regolari e con poche curve, comunque godibili. Alla nostra destra la St Michael's Mount, incoronata da un'abbazia benedettina (www.stmichaelsmount.co.uk), emerge dalle acque di Mount's Bay, nelle ore di bassa marea è raggiungibile attraversando a piedi una strada rialzata lastricata di ciottoli. Passiamo radenti alla Lizard peninsula, storico covo di contrabbandieri e teatro di numerosi naufragi, ora piccolo paradiso di insenature e villaggi dai tetti di paglia, un luogo in cui vale la pena perdersi in traiettorie casuali. Da Falmouth la A394 ci porta fino a Penryn e da lì la A39 risalire verso est. All'altezza di Carnon Downs svoltiamo sulla B3289, immersa in faggete infinite, e attraversiamo il fiume Fal caricando le moto su un traghetto a catena (King Harry Ferry, www.falriver.co.uk solo andata £5). Entrati nella penisola di Roseland il paesaggio cambia drasticamente: guidiamo in un paradiso verde e ondulato, dove le strade (a volte strettissime) s'infilano in siepi alte che contrastano la forza del vento. Dopo una notte a St. Austell, concludiamo il viaggio con la visita ad un posto stupefacente: l'Eden Project, la più grande e avveniristica serra del pianeta, nonché simbolo più famoso della Cornovaglia (più avanti approfondiamo). Pioggia e nebbia non ci hanno abbandonato, ma la Cornovaglia è meravigliosa anche così, con le sue atmosfere da romanzo fantasy.

EDEN PROJECT: IL PARADISO ESISTE

LA MOTO DEL VIAGGIO: TRIUMPH TIGER 800 XCX

Perfetta per viaggiare, a suo agio sugli sterrati, divertente quando la si vuole mettere alla frusta e con il suo tre cilindri sempre pronto. Moto come questa fanno capire perché in molti preferiscano cubature minori rispetto alle grosse 1.200 e probabilmente hanno aperto la strada per la nuova Africa Twin. L'allestimento “x”, con 1.100 euro in più, comprende un ricco pacchetto accessori: controllo di trazione e ABS con doppia modalità (road e offroad), cruise control, protezioni laterali e sotto al motore, mascherina per il faro, paramani, cavalletto centrale, presa ausiliaria aggiuntiva da 12 V e indicatori di direzione a disinserimento automatico. Prerogativa della “x” è anche il colore Caspian Blue, non disponibile per la “standard”. Le mappe motore sono 4 sia per la XC che per la XCx, ma su quest'ultima si possono selezionare tre “riding mode” (impostazioni combinate di TC e ABS) in maniera immediata, con un tasto sul manubrio: Road, OffRoad e Rider (impostazioni preselezionate dal pilota). Il ride by wire e le sospensioni WP rendono la guida uno spasso, acceleratore perfetto e range di utilizzo del motore di riferimento anche a confrontato con le maxi enduro: fluido fino ai 5.000 giri, sale in progressione costante fino a urlare appena passati gli 8.000, regalando accelerazione entusiasmante e allungo inaspettato. Se la ruota da 21” rallenta un poco i cambi di direzione, rende però la guida rotonda e precisa e strisciare le pedane sull'asfalto è fin troppo facile. Comoda anche in coppia e carica di bagagli.

Dove DORMIRE

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