a cura della redazione - 10 December 2016

“Il Team Italia ha assolto il suo compito, ora tocca a VR46 e Gresini"

Dopo Valentino Rossi, Andrea Dovizioso e Andrea Iannone, quali giovani piloti italiani saranno i futuri campioni MotoGP, Moto2 e Moto3? Nel 2016 il talento di Antonelli, Bagnaia, Baldassarri, Bastianini, Bulega, Dalla Porta, Di Giannantonio, Fenati, Locatelli, Migno e Morbidelli ha fruttato titoli, vittorie e podi. Le aspettative 2017 sono alte, VR46 raddoppia, il Team Italia si ferma. Scopriamo perché nell’intervista al coordinatore velocità FMI

Prime comandava l’italia, poi la spagna. Ora torna il tricolore?

Non solo Team italia

Siamo in crescendo, continuiamo a lavorare. Insieme

I risultati per il tricolore si sono comunque visti. Limitiamoci al 2016: in Moto3 almeno un italiano è andato a podio in 17 gare su 18, conquistando 5 vittorie con Antonelli (Qatar), Fenati, (Austin), Bastianini (Motegi) e Bagnaia (Assen e Sepang). In Olanda, Bagnaia, Di Giannantonio e Migno hanno addirittura monopolizzato il podio, seguiti da altri due italiani, Fenati e Antonelli. Morale: Bastianini 2° nel Mondiale. Anche in Moto2 il tricolore è sventolato sul gradino più alto del podio grazie a Baldassarri a Misano, un risultato che mancava da ottobre 2012, quando in Malesia vinse De Angelis (ma Alex è sanmarinese, quindi più correttamente bisogna risalire fino alla vittoria di Iannone al Mugello, luglio 2012). Ma ci sono anche altri 11 podi, raggiunti da Baldassarri stesso, Corsi (2 volte, anche se è un veterano…) e Morbidelli, 4 volte terzo e altrettante volte secondo, con il 4° posto finale a un solo punto dal podio della generale.
Insomma, possiamo legittimamente ricominciare a sognare quel titolo che nella classe cadetta manca dal 2004 (Dovizioso campione in 125) e in quella intermedia dal 2008 (Simoncelli in 250). Ma qual è il terreno su cui sta finalmente crescendo il movimento? Cerchiamo di capirlo attraverso le parole dei diretti interessati, iniziando dalla Federmoto. Il Team Italia si ferma, ma la speranza è che la FMI possa sostenere come meritano i team esistenti perché, per continuare a crescere, non ci si può affidare alle iniziative personali, ma bisogna fare sistema.

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