Marche - Gola del Furlo
Strade del passato
Calpestare la storia, anzi oltrepassarla
su gomma in sella ad una moto, può essere un’esperienza
edificante.
Basta lasciarsi andare con l’immaginazione e
“ascoltare” i racconti
delle strade che ci parlano del passato, di epoche
lontane,
di costruzioni ardite e imprese audaci. Così, ogni
volta
che passo nella Gola del Furlo, nelle Marche, mi immagino migliaia
di schiavi obbligati a scavare con mezzi a dir poco primitivi le pareti
rocciose dei monti Pietralata e Paganoccio, per dar forma, poco distante
dalle acque del fiume Candigliano, alla strada nazionale Flaminia, tuttora
in uso. All’ingresso dell’antica e grande galleria di epoca
romana,
voluta dall’lmperatore Vespasiano, una targa in marmo mi ricorda
che il passaggio fu aperto nel 76 d.C. Non posso che rimanere sbigottito
davanti ad una simile opera e chiedermi come, a quale costo, con quali
sacrifici umani sia stato possibile forare un monte e costruire una galleria
di quelle dimensioni, il tutto duemila anni fa!
Poco prima del tunnel c’è un’altra opera che lascia a bocca
aperta,
questa volta edificata sull’acqua, o quasi, visto che si tratta di una
diga. Fu costruita all’inizio degli anni Venti e inaugurata nel
’23 dal Principe Umberto di Savoia. Nonostante la sua imponenza, la
diga del Furlo passa quasi inosservata, nel senso che non stride con il
paesaggio circostante, ma anzi sembra quasi incastonata nel canyon; le
sue alte mura si confondono con le pareti rocciose e convogliano l’acqua
cristallina e color smeraldo del Candigliano, un affluente del Metauro,
in maniera quasi “naturale”, senza deturpare troppo
l’ambiente circostante.
Ed è proprio questo l’incantesimo di questo splendido luogo: il fatto
che il Passo del Furlo, in qualche modo, sia riuscito a sfuggire
alla modernità, rimanendo per certi versi incontaminato,
selvaggio,
un posto che sprigiona un fascino antico e arcaico.
Fossombrone
FOSSOMBRONE Un fascino che si può ritrovare, in parte, passeggiando
per il centro di Fossombrone, una cittadella poco
distante,
punto di partenza di questo itinerario che ci porterà alla scoperta
dell’entroterra delle Marche. Poco più di 10.000 abitanti,
Fossombrone
è oggi il ritrovo di artisti e stilisti, come Pier Paolo Calzolari,
Dondup e Dirk Bikkembergs, che qui trovano la pace e la serenità per le
loro creazioni. L’itinerario procede oltrepassando la Gola del Furlo
e percorrendo una strada in buone condizioni. L’asfalto è
ottimo,
pulito, tanto che pare quello di una pista; nei pressi di Pelingo, però,
la sosta è d’obbligo. Parcheggiata la moto, mi avvicino ad un piccolo
chiostro di legno per gustare una delle piadine più buone mai mangiate,
salsiccia, stracchino e cipolla, davvero una bontà!
Tarugo, Pergola e Cagli
Da Tarugo a Pergola la strada si fa più stretta, alcuni detriti lungo
la via richiedono un po’ di attenzione, ma la concentrazione è
rapita
dal paesaggio circostante, paesaggio dolce e
armonico, un continuo
saliscendi collinare dalle svariate tonalità di verde. Proseguo con
un filo di gas oltrepassando l’abitato di Pergola,
piccola città
d’arte, ricca di testimonianze medievali, come le antiche
costruzioni in pietra, le case-torri, i portali a sesto acuto
e i numerosi bassorilievi e mi dirigo a Cagli, passando da Frontone.
“Cagli è una città bellissima, con grandi palazzi che nascondono bellezze
impreviste, soluzioni architettoniche sorprendenti”, ha detto una volta
Vittorio Sgarbi riferendosi probabilmente al Teatro Comunale, al Torrione,
all’Abbazia di San Pietro di Massa, alla Basilica centrale e agli altri
suoi numerosi e antichi monumenti.
Piobbico
Dopo una breve pausa, di nuovo in sella. La guida si fa più movimentata
e per arrivare a Piobbico ci sono diversi tornanti che oltrepassano il
Monte Petrano (1.108 metri) per poi scendere fino a Pianello; da qui
un’altra lunga serie di tornanti - ne abbaimo contati
ben 28 -
si arrampica sul Monte Nerone (1.525 metri) e conduce
nell’entroterra
pesarese. La cittadina di Piobbico è adagiata in una
conca fra
gli Appennini, dominata dal massiccio del Monte Nerone e dal Monte Montiego.
Il suo territorio si estende per circa 50 kmq nella zona nord-ovest delle
Marche, tra i monti dell’Appennino umbromarchigiano, quasi al confine
con l’Umbria. È famosa nel mondo soprattutto per una sua strana
associazione,
il rinomato “Club dei Brutti”. Un club che ha una storia
centenaria.
Infatti, il primo Presidente venne eletto nel 1879 dopo l’amara
constatazione
di avere in paese 128 zitelle destinate a vivere in solitudine affettiva
per la loro bruttezza. Per questo l’eletto si fregiò del titolo di
Presidente
dei Brutti e, senza saperlo, a Piobbico nacque la prima agenzia matrimoniale
del mondo. Nel 1960, “grazie agli insegnamenti e all’eredità del
passato”
(cito dal sito), fu fondata l’Associazione Nazionale dei Brutti.
L’intento
e lo scopo sono dei più nobili: lottare perché certi principi di uguaglianza
siano rispettati, perché l’uomo non senta più il peso di
un’emarginazione
assurda e di una discriminazione offensiva. Un problema quanto mai attuale,
in una società che ha esasperato l’estetica dando ogni priorità alla
bellezza:
“La bruttezza è ‘na virtù, la bellezza è schiavitù”, recita
il motto
del club... Peccato che durante la mia visita ho trovato il portone
dell’associazione
chiuso, la mia iscrizione sarà per un’altra volta!
Urbania ed Urbino
Proseguiamo in direzione di Urbania e in pochi minuti
ci ritroviamo
tra le mura di questa splendida cittadella. Le attrattive sono
numerose:
le ceramiche, il Palazzo Ducale, il
bellissimo Barco Ducale,
le chiese, il singolare Cimitero delle Mummie, il Museo
Diocesano ma, visto che il pomeriggio è già inoltrato, decido di non
fermarmi e di proseguire per Urbino, che merita una visita più
approfondita.
Appena si arriva, il primo sguardo si staglia verso i “torricini“
del Palazzo Ducale, non un castello per difesa-offesa, ma un palazzo
aperto alla circolazione degli uomini e delle idee, una città in forma
di palazzo, un edificio di strutture solidissime, di armoniosa snellezza
nelle forme esterne, di razionale funzionalità nella sistemazione interna.
Le due agili ed eleganti torri rappresentano un magico contraltare alla
poderosa fortezza dell’Albornoz (eretta nel ’300 con
chiari
intenti di difesa militare), dai cui bastioni è possibile cogliere una
suggestiva visione panoramica della città con i suoi palazzi, le sue
case, le innumerevoli finestre aperte sulla natura circostante.
Urbino è una città vivace e piena di studenti, sede dell’Università
degli studi di Urbino “Carlo Bo”, è ricca di storia e opere
d’arte;
da non perdere i dipinti di Piero della Francesca e Raffaello Sanzio,
che nacque proprio qui. Il centro storico è un piccolo gioiello
architettonico
conosciuto nel mondo come “gemma del Rinascimento italiano”; tra
le maggiori mete del turismo artistico mondiale, nel 1998 fu riconosciuta
come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. A questo punto non
resta
che parcheggiare la moto e perdersi tra i vicoli di Urbino, prestando
particolare
attenzione alle sue strade che, aiutate dalla guida turistica che tengo
in mano, mi parlano ancora una volta di arte, storia e cultura.
Bloc notes
DOVE DORMIRE
Agriturismo Samara Gusto e Benessere, loc. Pian di Rose 3, S. Ippolito
(PU), cell. 348/7976336, www.samsaracenter.it.
Un casale recentemente restaurato, camere belle, spaziose e tutte arredate
con letto matrimoniale. Possibilità di custodire le moto al riparo. Prezzi
da 40 euro, possibilità di mangiare nel ristorante annesso.
Albergo Al lago***, via Cattedrale 79, Fossombrone (PU), tel.
0721/726129.
Stanza singola con bagno 45 euro, possibilità di custodire la moto al coperto.
Albergo Da Marco*, via Giganti 20, Fossombrone (PU), tel. 0721/714917.
Stanza singola con bagno mezza pensione, 30 euro. Agriturismo Ca’ Lante,
Via Colonna 18, Urbino, tel. 0722/340278, lante@lante.it,
www.lante.it.
Camere ampie e fornite di bagno, un’ottima cucina. Pernottamento e prima
colazione 35 euro.
Agriturismo Dei Duchi, via Colonna 7, Urbino, tel. 0722/2706 -
0722/320292,
fax 0722/350271, cell. 328/0309554, informazioni@agriturismodeiduchi
.it,
www.agriturismodeiduchi.it.
Possibilità di custodire le moto e di mangiare.
DOVE MANGIARE
Lounge Bar Casacafé, Via Flaminia, Fossombrone (PU). Inaugurato da
poco, è un locale spazioso dove fare colazione, pranzare con insalate e
primi piatti e gustare un buon gelato. Verso sera gustosi aperitivi e una
vasta scelta di vini. Ottimo il servizio.
Ristorante La Rocca, via S. Aldebrando, Fossombrone (PU), tel. 0721/715501.
Cucina casereccia, prezzi intorno a 25 euro, con bevande.
Ristorante La Grotta, C.so Garibaldi 73, Fossombrone (PU), tel. 0721/71475
Buona la pizza cotta con il forno a legna, primi di carne e ottimi dolci.
Il personale è giovane ed efficiente.
Ristorante L’Antico Furlo, via Furlo 60, Passo del Furlo - Acqualagna
(PU), tel. 0721/700096. Alta cucina, portate di carne, cacciagione, primi
piatti, tartufo e ottimi dolci. Prezzi a partire da 40 euro, bevande escluse.
Ristorante Vecchia Urbino, via dei Vasari 3/5, Urbino, tel. 07224447.
Cucina locale, vasta scelta di formaggi e salumi, funghi e tartufo. 20
euro bevande escluse.
DA NON PERDERE
Merita sicuramente una visita il Palazzo Ducale di Urbino, uno dei capolavori
più preziosi dell’arte rinascimentale, oggi sede della Galleria Nazionale
delle Marche. Al suo interno sono esposte, su più sale in più piani, opere
di Raffaello, Paolo Uccello, Tiziano e Piero della Francesca, oltre ad
una miriade di altre opere di artisti minori. Durante la visita al Palazzo,
vi consigliamo di recarvi anche nelle stalle (chiudono un po’ prima
rispetto
al museo) e nelle cucine. L’intero edificio, scarsamente ammobiliato,
è quasi completamente visitabile.
INFORMAZIONI UTILI
I primi chilometri di questo viaggio si svolgono sulla SS3, la vecchia
Flaminia, che da Fossombrone ci porta alla Gola del Furlo; la vicina superstrada
ha reso il traffico su questa antica via consolare quasi nullo, l’ideale
per del mototurismo a naso all’aria! Oltrepassato il Furlo si percorre
una strada più stretta che porta ai comuni di Tarugo e a Pergola, la prima
di una lunga serie; infatti buona parte di questo itinerario si svolge
su delle piccole stradine a doppio senso tra i saliscendi collinari, spesso
con detriti e buche. Il tragitto da Cagli, passando per Pianello, fi no
a Piobbico è forse la parte più bella del viaggio: si oltrepassano due
monti con una lunga serie di tornanti con un traffico molto limitato. Anche
l’ultima parte del viaggio da Urbania a Urbino è molto piacevole, la
carreggia
diventa più larga e l’asfalto è in buone condizioni.
LINK
www.samsaracenter.it
www.lante.it
www.agriturismodeiduchi.it