MARIO CIACCIA: TRE STRATI IMPERMEABILI
Ha puntato su tre strati impermeabili, sull'abbinamento copertina per le gambe – paramani invernali e sul giubbotto elettrico della Klan. Ma quest'ultimo è stato vanificato da un problema allo statore della moto ed è stato, quindi, rimpiazzato da una giacca in piumino. Sotto, a pelle, uno alla volta di tre completi intimi della Sixs, della Revi't e della Klim: uno al giorno, a mano a mano che si bagnavano. I tre strati impermeabili erano una giacca invernale della Alpinestars con Gore Tex interno non removibile, che è stata potenziata da uno strato interno impermeabile e termico della Hebo e da una giacca antipioggia giallo fluo della Alpinestars. In questo modo, il corpo è rimasto asciutto tranne gli avambracci, noto punto debole di qualsiasi completo antipioggia. Inoltre, avere percorso i primi 60 km di diluvio senza mettere la giacca esterna ha fatto sì che quella tecnica si imbevesse d'acqua, pur senza farla passare all'interno, per poi congelare quando abbiamo dormito in tenda sotto lo zero.
Per quanto riguarda gli arti inferiori, un disastro: i pantaloni BMW Atlantis in pelle e il soprapantalone Alpinestars giallo fluo hanno passato acqua alla grande, nonostante la coperta Tucano Urbano che proteggeva sia le gambe, sia i piedi. Scarpe da tundra artica Sorel Big Bear, che promettono resistenza al freddo fino a -43 °C e che sono realmente impermeabili: caldissime, anche troppo, al punto che i piedi sudano e non traspirano. Peccato anche che non siano protettive in caso di caduta. Capitolo mani: i paramani Tucano Urbano erano in una delle versioni con molto pelo dentro. Li usiamo da anni e sono sempre stati perfetti, con la pioggia, ma non questa volta. Si sono riempiti d'acqua, ma le due paia di guanti BMW Pro Winter 2 e Touring (i secondi usati in fuoristrada o sulle strade innevate) hanno sempre tenuto bene. Il problema è che il pelo interno, una volta fradicio, si gonfia come una spugna e rende molto difficile e pericoloso infilare la mano e cercare la leva della frizione. Ma perché uno dovrebbe toglierla, quella mano? Semplice: per levare la neve dalla visiera, visto che ancora i tergicristallo da casco sono ancora al livello di battuta umoristica. A proposito, il casco era lo Schuberth J1, ovvero il jet con la protezione in carbonio davanti al mento. È comodo, ha una visibilità eccellente e permette di inquadrare con la fotocamera reflex, ma il rivestimento interno antiappannamento s'è sbriciolato subito. Ma al Finten non ci sono le temperature mostruose dell'Elefanten, sicché lui non usa né sottocasco, né il visierino antiappannante interno adesivo tipo quelli della Fog City.
Bagaglio: ha usato borse laterali Tucano Urbano in Cordura, senza usare le loro coperture impermeabili esterne, perché trova molto più efficace mettere tutti i bagagli interni dentro le buste stagne della Amphibiuos, che non passano una goccia d'acqua e permettono di compattare i bagagli comprimendosi sottovuoto grazie alle valvole di spurgo dell'aria. La borsa a tubo stagna di Tucano Urbano, invece, ha passato l'acqua. La sua Suzuki DR-Z400, già vilipesa per il problema allo statore, s’è fermata per colpa dell’acqua che, dopo essere entrata nel serbatoio, è passata nel getto del massimo: un pomeriggio è stato buttato così, perché pensavamo che il problema fosse elettrico.